Aziende sempre più mobili, ma la sicurezza dov’è?

Un’indagine di Check Point Software punta il dito contro le policy di sicurezza per gli utenti mobili. La cifratura resta pratica sconosciuta.

Crescono gli utenti mobili, ma non cresce la sicurezza.
È questo il poco rassicurante risultato di una indagine condotta da Check Point Software su un campione di 224 amministratori It e di sicurezza in tutto il mondo.

L’indagine, che aveva l’obiettivo di valutare la sicurezza degli endpoint, ha evidenziato in prima battuta come oltre il 40% delle imprese ha registrato nell’ultimo anno un aumento nel numero di utenti remoti che si connettono alla rete aziendale da casa o in viaggio.
Non solo: per il 77% delle imprese oggi fino a un quarto della forza vendita è rappresentato da utenti mobili abituali.

Nonostante le cifre dunque indichino una tendenza indiscutibile, poco si fa per aumentare il livello di sicurezza.
Solo il 27% dei rispondenti utilizza la cifratura degli hard disk per proteggere dati sensibili presenti sugli endpoint aziendali e addirittura solo il 9% applica la cifratura ai dispositivi rimovibili, come le chiavette Usb.

Tradotto in termini semplici: l’esposizione dei dati sensibili ai rischi di furto, smarrimento o intercettazioni non sembra essere contemplata nelle valutazioni dei rischi, così che le soluzioni di sicurezza più diffuse sugli endpoint restano gli antivirus, gli antispyware, i personal firewall e i client Vpn.

Qualcosa, tuttavia, sembra cominciare a muoversi, soprattutto in termini di consapevolezza, se è vero che quasi la metà degli interpellati conta di acquistare nel corso dell’anno soluzioni di sicurezza specifiche che vanno dalla cifratura dei dischi alla cifratura dei supporti.

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