Aspettando Godot

Quando l’utente diventa beta tester. Suo malgrado.

Difficile dire chi è stato il primo a cominciare, anche se è facile puntare il dito contro Apple, tornando indietro ai tempi del lancio del primo iPhone.
E in fondo identificare il primo colpevole ha il sapore dell’inutilità, dal momento che lungi dal rimanere un caso isolato, Apple ha trovato una folta schiera di imitatori e seguaci.

Quando fece il suo debutto sul mercato, ad iPhone mancavano tante cose. Il copia-incolla, per esempio.
Arriverà, fu la promessa di Apple di fronte alle prime proteste. In effetti il copia-incolla è arrivato. Dopo.
All’iPad, invece, un anno fa mancava il multitasking. Arriverà, promise Apple, con il prossimo aggiornamento. Cosa che puntualmente avvenne, ma sempre, e comunque, dopo.

Nello stesso guaio è incappata anche Microsoft, con Windows Phone 7.
Malgrado i tempi lunghi presi dall’azienda per il rilascio del suo nuovo sistema operativo per il mondo mobile, anche in questo caso al momento del debutto mancavano all’appello copia-incolla e multitasking. Tutti però previsti al momento del lancio dell’aggiornamento.

A ben guardare, dev’essere una forma di strana epidemia, che non ha risparmiato nemmeno Google.
Al momento del lancio, i Chromebook non supportano i documenti in formato Word. Per poterli gestire, l’utente deve prima inviarli alla sua casella di Gmail per poi aprirli. Un passaggio poco logico e poco immediato, in effetti. Ma l’aggiornamento, anche in questo caso, arriverà. Dopo.

E che dire di Research In Motion con il suo Playbook?
Al momento la gestione della posta può avvenire solo attraverso Webmail o accoppiando il Playbook con il dispositivo BlackBerry dell’utente.
La configurazione di servizi Imap o di caselle Exchange non è al momento possibile. Al momento. Perché l’aggiornamento è previsto e arriverà. Dopo.

La sensazione è che sempre più spesso la fretta di guadagnare terreno sulla concorrenza o di recuperare il tempo perduto porti i produttori di dispositivi a rilasciare sul mercato device giocoforza incompleti, spesso privi di funzionalità importanti.
Alle comprensibili rimostranze degli utenti, la risposta è sempre la stessa: basta aspettare. Con l’uno o l’altro aggiornamento, le funzionalità arriveranno.
E gli utenti finiscono per diventare beta tester aggiuntivi, sui quali provare il nuovo prodotto prima di aggiornarlo di nuovo.
Chiedere alle aziende di aspettare e rilasciare i loro prodotti quando davvero integrano tutte le funzionalità necessarie sembra più un esercizio filosofico che un tentativo concreto di influenzare un comparto.
Forse basterebbe che gli utenti si ricordassero della regola d’oro che i loro padri seguivano quando si trattava l’acquisto di un’auto nuova.
Mai comprare una prima serie.

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