Architetture aziendali, vince la flessibilità

Gartner prevede che entro il 2015 il 95% delle aziende adotterà approcci multipli alla gestione infrastrutturale e applicativa.

Le aziende hanno ormai capito che l’approccio all’Enterprise architecture non può essere univoco. Anzi, deve essere tale da facilitare la gestione del cambiamento e da adattarsi alle evoluzioni del contesto economico e sociale, del mercato e della stessa organizzazione aziendale.

Abbandonata definitivamente la ricerca del modello di Ea perfetto, nei prossimi tre o cinque anni la quasi totalità delle aziende, ben il 95%, secondo Gartner, lavorerà alla costruzione di un’architettura flessibile, capace di adattarsi alle evoluzioni future delle proprie esigenze di business. E lo farà adottando una strategia che proporrà un mix dei possibili approcci al problema.

Mixando le quattro le tipologie di approccio all’Ea identificate dall’analista (tradizionale, “coordinato”, improntato alla gestione della diversità o middle-out), le aziende cercheranno di trovare il punto di equilibrio tra controllo e flessibilità cercando di creare un contesto che consenta di stabilire l’approccio di volta in volta più appropriato.

Ma quali sono gli elementi caratteristici dei quattro approcci standard all’Ea identificati da Gartner?

In un approccio di tipo tradizionale, il team Ea impegna l’organizzazione a facilitare il processo di Ea ed è concentrato alla creazione di un processo decisionale coerente con il “piano generale” contenuto nell’architettura stessa. Un approccio di tipo tradizionale è tipico di quei processi aziendali che traggono vantaggio dalla disponibilità di direttive ben precise che soddisfano le necessità del business e contemporaneamente semplificano le complessità create dalla tecnologia, dalle informazioni e dai processi aziendali. Per queste sue caratteristiche questo approccio dà i migliori risultati nelle realtà caratterizzate da un processo decisionale fortemente centralizzato e relativamente stabili.

Un approccio “coordinato” sarà invece più adatto alle organizzazioni complesse in cui il processo decisionale è decentralizzato e le business unit hanno ampi margini di autonomia dove all’Ea è richiesto di supportare tutte le diverse esigenze. Ha come obiettivo la creazione di una strategia coordinata tra le varie componenti aziendali e per questo viene molto spesso attuato in organizzazioni reduci da fusioni o acquisizioni o comunque impegnate nel consolidamento del proprio mercato.

Un approccio improntato alla gestione delle diversità è tipico delle organizzazioni focalizzate sull’innovazione, sulla crescita ed altamente competitive. Si propone di bilanciare l’esigenza di definire degli standard comuni con la spinta all’innovazione e al cambiamento propria di ogni business unit. In questo caso il team Ea si impegna a definire non uno standard univoco, ma quello di volta in volta adatto alle singole realtà con la conseguente forte responsabilizzazione del team e degli utenti sulla validità delle scelte adottate.

In un approccio Middle-out il focus è sui settori dell’organizzazione che hanno il maggiore impatto sulla capacità di cambiare in modo da arrivare a definire un set contenuto, ma rigido di standard e da garantire una completa autonomia decisionale sulle specifiche tecnologie e su prodotti che vengono utilizzati. Per questo è particolarmente adatto per gli “ecosistemi di business” dove unità di business, partner e fornitori non sono sotto il controllo diretto di un team centrale di Ea.

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