Per il Terzo Osservatorio Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa, nei primi tre mesi dell’anno sono stati siglati 94 nuovi contratti. Le reti d’impresa salgono così a 792 per un totale di 4.091 imprese coinvolte, con punte in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
La rete consenta di valorizzare al meglio la complementarietà industriale
delle imprese e le aiuta ad affrontare meglio le sfide del mercato. Le aziende italiane hanno saputo sfruttare
questa oportunità e nei primi tre mesi dell’anno 455 realtà imprenditoriali
hanno utilizzato il contratto di rete dando vita a 94 nuove reti, ovvero forme
di collaborazione che consentono di mettere a fattore comune risorse e capacità
con l’obiettivo di acquisire maggiore forza competitiva, produttiva e
commerciale. Sale così a 792 il totale dei contratti registrati a fine marzo
2013 e a 4.091 il numero delle imprese coinvolte. I dati provengono dal Terzo Osservatorio Intesa Sanpaolo
– Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa.
Lombardia,
Emilia Romagna e Toscana guidano la classifica delle regioni più attive. Le
prime due in particolare sono le artefici della forte accelerazione dell’ultimo
trimestre 2012, nel quale 801 nuove imprese hanno deciso di mettersi in rete.
Lo studio si è anche soffermato sui risultati del settore manifatturiero nel
corso del 2011: le imprese coinvolte in contratti di rete hanno registrato un
aumento di fatturato del 10,1%, contro il 4,6% di quelle non in rete e il
differenziale si allarga ulteriormente se si considera il triennio 2009-2011.
D’altra parte, le aziende che decidono di formare una rete si caratterizzano
già in partenza per un migliore posizionamento competitivo: in un caso su due
fanno già parte di gruppi economici (contro il 35% circa delle imprese non in
rete), hanno attività di export (50% circa vs. 31%), certificati di qualità
(26,7% vs. 17,2%), partecipate estere (17,8% vs. 7,5%), marchi registrati a
livello internazionale (16,4% vs. 8,5%), richieste di brevetti all’Epo (16,3%
vs. 7,3%), certificazioni ambientali (8,2% vs. 3,4%).
L’Osservatorio ha anche effettuato un’indagine tra 360 imprese clienti
coinvolte in contratti di rete, da cui emerge che un’impresa su due si aspetta
benefici in termini reddituali. Circa il 50% delle imprese intervistate
dichiara inoltre di partecipare alla rete per conseguire maggiori sinergie
produttive (soprattutto al Sud e al Centro), rafforzare i canali di
promozione/distribuzione (Nord) e realizzare progetti comuni di
innovazione e di ricerca (Centro e Nord-Est).
Più in generale, lo studio di Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano
evidenzia come la rete consenta di valorizzare al meglio la complementarietà
industriale delle imprese. L’83% delle reti è composta da imprese specializzate
in comparti produttivi differenti. Inoltre, il 31% sono di piccole dimensioni o
addirittura imprese cosiddette micro (51,2%), esattamente le realtà che hanno
maggior bisogno di accrescere la loro capacità di fare innovazione, vendere,
esportare, creare marchi e che difficilmente ci riuscirebbero potendo contare
solo sulle proprie forze.
Industria in senso stretto e servizi sono i due
macrosettori più rappresentati e raccolgono il 76,1% delle imprese in rete. E’
significativa anche la presenza della filiera delle costruzioni e immobiliare e
di imprese dell’industria agro-alimentare, in particolare nel Mezzogiorno con
la Sardegna in testa.