Amplifon rivede rete e servizi di trasmissione

Vanco ha realizzato una soluzione di tipo Vpn in grado di gestire le applicazioni critiche, le priorità di traffico e la navigazione Internet locale

Il primo contatto tra Amplifon e Vanco risale alla primavera del
2002, «in seguito – ha spiegato Ernesto Bonfanti, direttore dei
sistemi informativi del gruppo Amplifon alla nostra esigenza di
rivedere i servizi di trasmissione dati per quanto riguarda le sedi
nelle country europee dove siamo presenti. Abbiamo deciso di
rivisitare il contratto con il precedente fornitore in quanto non
eravamo particolarmente soddisfatti del livello di servizio e perché
volevamo ridisegnare i costi annui. La nuova azienda avrebbe dovuto
fornirci anche solide garanzie dal punto di vista della tecnologia e
proteggerci dai rischi connessi all’effervescenza che in questi tempi
sta caratterizzando il mercato
».
La decisione di puntare su Vanco è dipesa dal fatto che al fianco
delle esigenze commerciali ne sussistevano altre di tipo funzionale.
Amplifon intendeva, infatti, stipulare un contratto flessibile avendo
chiari obiettivi di crescita. «Il nostro sistema informativo è
abbastanza centralizzato
– ha proseguito Bonfanti -. Dall’hub di
Milano serviamo tutta l’Europa e, in funzione delle applicazioni e
della criticità di queste ultime, avevamo bisogno di una certa
ampiezza di banda trasmissiva. Volevamo caratterizzare sempre più la
nostra rete e le interconnessioni dal punto di vista del business. Un
altro aspetto per noi importante era quello di poter contare su un
partner che fosse in grado di seguirci in tutti i Paesi dove siamo
presenti e di operare la miglior scelta di connettività per la
trasmissione dati, garantendo a noi un livello di servizio end-to-end
completo
».
Ciò che Amplifon voleva evitare era di doversi occupare direttamente
di eventuali problemi sopravvenuti con gli operatori nelle singole
nazioni. «Vanco rappresenta per noi l’unica interfaccia di
riferimento
– ha evidenziato il manager -. È con lei che stabiliamo
il livello di servizio e che, oltre a disegnare la rete più adatta
alle nostre esigenze, tiene i rapporti con i sub contractor
».
Ulteriori richieste riguardavano la gestione delle priorità di
traffico e di navigazione Internet locale. «La soluzione proposta in
termini di architettura
– ha esordito Marco Milan, country manager di
Vanco Italia prevedeva una rete di tipo Vpn basata su connettività
pubblica. Ci siamo occupati della scelta dei carrier nelle singole
nazioni e delle apparecchiature di router o dei firewall,
rivolgendoci nella fattispecie a Cisco
e Netscreen
». Vanco opera, infatti, partendo da un’analisi dei
fornitori presenti sul mercato locale e propone un progetto
d’integrazione con una gestione globale degli apparati di servizio,
garantendo la sicurezza.


Un percorso lineare

Per il completamento del progetto, Vanco ha utilizzato un project
manager in Italia e almeno un field engineer in ogni Paese coinvolto,
raggiungendo i risultati previsti in circa 60 giorni, in linea con i
tempi concordati con il cliente. Dal canto suo, Amplifon ha visto il
coinvolgimento del responsabile dell’infrastruttura tecnologica It e
delle telecomunicazioni. «Dopo un anno esatto dall’attivazione della
rete
– ha puntualizzato Bonfanti -, possiamo ritenerci soddisfatti
del livello di servizio fornito. Abbiamo riscontrato qualche piccolo
incidente di percorso ma la rete è altamente disponibile e non si
verificano situazioni di disconnessione grazie al back up Isdn su
tutti i punti
». Dal centro principale di Milano partono le tratte
verso le sedi internazionali (due in Francia, una in Svizzera, in
Austria, in Spagna, in Minnesota e presto in Olanda), all’interno
delle quali è presente un firewal. «Con Vanco – ha concluso Bonfanti
stiamo lavorando per valutare la fattibilità di collegare in rete
anche tutti i negozi Amplifon, passando all’Adsl, visto che la
capillarità geografica è l’aspetto che ci caratterizza. L’unico neo è
che non si possono realizzare politiche di cost saving in quanto sul
lato prezzi, la situazione si è assestata. Ormai i costi son flat,
per cui ci si deve concentrare sul miglioramento dei servizi
».

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