Alle Pmi la burocrazia costa 14 miliardi di euro

La stima arriva dal ministero per le Riforme nella pubblica amministrazione

Nel 2007 le piccole e medie aziende hanno speso oltre 14 miliardi di euro per i soli adempimenti legati agli obblighi informativi sull’attività svolta, esclusi quindi gli oneri riguardanti le tipiche procedure di “autorizzazione” e, soprattutto, quelli collegati ai numerosi “passaggi” fiscali e ai bolli.


Il dato è stato calcolato dal ministero per le Riforme nella pubblica amministrazione, che ha completato il lavoro di «misurazione degli oneri amministrativi» realizzato in collaborazione con le imprese.
L’indagine si è concentrata su cinque aree interessate dagli oneri burocratici relativi alle norme di regolazione dell’attività d’impresa: ambiente; prevenzione incendi; paesaggio e beni culturali; lavoro; previdenza e assistenza.
Il bacino prescelto è quello delle Pmi: oltre 4,4 milioni di imprese da 0 a 249 addetti. Che devono fare i conti soprattutto con il carico di adempimenti informativi per l’area “lavoro” per i quali si sfiorano i 7 miliardi di euro di “sovracosti”, seguiti dagli oneri per il settore della previdenza e dell’assistenza (oltre 3 miliardi), dell’ambiente (più di 2 miliardi) e per la prevenzione incendi (quasi 1,5 miliardi).

A capeggiare la classifica dei costi burocratici sono gli adempimenti informativi in tema di lavoro. A cominciare da quelli per la tenuta del libro paga (oltre 6miliardi) e per le assunzioni di personale (375 milioni di euro). Sul versante previdenziale e assistenziale a incidere maggiormente è la divulgazione delle informazioni richieste per la denuncia mensile dei dati retributivi (oltre un miliardo di euro) e le denunce contributive mensili (circa 990 milioni). Non trascurabili sono anche gli oneri burocratici collegati alla voce «ammontare delle retribuzioni e autoliquidazione» (circa 550 milioni). Ancora maggiori i casti a carico delle piccole e medie imprese per gli obblighi informativi relativi alla certificazione di prevenzione incendi (oltre 800 milioni) e all’autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali dove viene superata la soglia del miliardo di euro.

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