Alcune cose vere sugli Application service provider

Come spesso accade quando si affaccia sul mercato qualcosa di nuovo, intorno al termine Asp si è fatto un gran parlare, a volte a sproposito. Cerchiamo, dunque, di fare un po’ di chiarezza e di tracciare un primo bilancio di quello che sta realmente ac …

Come spesso accade quando si affaccia sul mercato qualcosa di nuovo,
intorno al termine Asp si è fatto un gran parlare, a volte a sproposito.
Cerchiamo, dunque, di fare un po’ di chiarezza e di tracciare un primo bilancio di quello che sta realmente accadendo.
In effetti, la
confusione regna sovrana e questo non giova a nessuno. Lo conferma anche uno
studio commissionato dall’Asp Industry Consortium e condotto a livello mondiale.
Il 70% delle aziende intervistate dichiarava, infatti, di conoscere il termine
Asp, ma solo il 7% di queste era in grado di dare una definizione completa. In
origine, un paio di anni fa, Application service provider stava a indicare una
modalità di vendita delle applicazioni “a consumo”, in cui l’utente richiamava
dal suo pc un applicativo risiedente nell’Internet data center, tramite una
connessione Ip al server remoto che lo ospita. Il modello è “one-to-many”, cioè
la medesima applicazione distribuita da uno a molti; il target ideale quello
delle
Pmi.
Questo modello, seppure utilizzato, non ha ottenuto il successo

sperato. Così, i provider hanno aggiustato il tiro, seguendo le

richieste dei clienti. Più che dalle Pmi, infatti, la richiesta di

servizi Asp
è venuta dalle aziende medio-grandi, le quali non hanno bisogno di un’applicazione standard, ma di un outsourcing
personalizzato
e di un servizio di qualità. In effetti, oggi si parla
di offerte ad hoc, di
richieste mirate e di soluzioni complesse, per
esempio la sicurezza.
Quest’area appare essere una delle più
promettenti per il futuro, accanto ai
gestionali, sia piccoli che
estesi. Secondo lo studio sopracitato, il 71%
delle aziende più
grandi (oltre 500 dipendenti) che utilizza servizi Asp
“affitta”
proprio i gestionali, cui fanno seguito
e-commerce e Crm. L’Internet data center, che è il cuore della soluzione Asp, è
ormai una cosa scontata, così come la connettività, che costa sempre meno (anche
perché il software è ottimizzato per consumare meno banda possibile). Piuttosto,
è la consulenza a fare la differenza, secondo la logica che da sempre permea
l’outsourcing: i clienti vogliono vedere risolti i problemi, garantito il
servizio e soddisfatte le esigenze. In definitiva, quello dell’Asp è un mercato
ancora piccolo, ma senz’altro promettente. Non si tratta di una rivoluzione, ma
di una logica e naturale evoluzione dell’outsourcing tradizionale nel segno di
Internet, che offre benefici non trascurabili ad aziende piccole e grandi.
Inoltre, le applicazioni in Asp non sono plug&play, come inizialmente si
voleva far credere, ma presentano complessità che il provider deve saper
gestire. Servirà ancora un po’ di tempo, come è naturale che sia, ma questo
mercato sembra oggi avere tutte le caratteristiche per affermarsi, in una
formula che, probabilmente, sarà ancora diversa da quella
attuale. 

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