Yamaha Motor Italia in «pole» sui progetti

Due sono le mission di Claudio Presot, corporate planning & It division manager di Yamaha Motor Italia, per il 2008: cooperazione e miglioramento del dato a supporto dell’attività d’impresa da un lato, e, dall’altro, maggiore sensibilità e sviluppo sul …

Due sono le mission di Claudio Presot, corporate planning & It division manager di Yamaha Motor Italia, per il 2008: cooperazione e miglioramento del dato a supporto dell’attività d’impresa da un lato, e, dall’altro, maggiore sensibilità e sviluppo sul fronte sicurezza. Perché Presot divide la sua giornata tra numeri e tecnologia, occupandosi al tempo stesso di controllo di gestione e di Information technology.

«Sono in azienda da 18 anni e dal 2000 ho iniziato a occuparmi anche di It – spiega -, dato il mio interesse per l’informatica e la consapevolezza della sua importanza per il business». A oggi, la struttura coordinata da Presot conta tre persone dedicate al corporate planning, altrettante all’infrastruttura e al networking, sette agli aspetti applicativi e una trasversale ai diversi ambiti, oltre a una rosa di consulenti. Proprio le risorse umane stanno particolarmente a cuore al manager, che ha sempre considerato importante la formazione dei dipendenti dal punto di vista It e cerca di attuare il turnover interno prima di intraprendere ricerche sul mercato. L’azienda, infatti, con 230 dipendenti e un fatturato superiore ai 500 milioni di euro, ritiene fondamentale il contributo delle persone alla ricerca tecnologica. Al punto che, da un paio d’anni, la casa madre ha deciso di concentrare l’R&D europea in Italia, dando vita a Yamaha Motor Research and Development, che conta già 120 addetti, di cui una dedicata all’It.

«La convivenza nel medesimo campus di diverse aziende del gruppo, compresa Yamaha Italia e Yamaha Motor Racing (il team di Valentino Rossi, che conta in totale 25 risorse It, di cui una dozzina presenti nella sede brianzola – ndr) fa sì che l’attenzione all’infrastruttura debba sempre essere altissima». E la responsabilità della sua gestione è proprio affidata alla squadra di Presot, che nel suo operare segue gli standard della corporate. «In realtà – specifica -, non ho vincoli per quanto riguarda la scelta dell’hardware. Le mie preferenze vanno a Dell e, soprattutto, al modello del noleggio, per il quale mi appoggio a Ecs. Il parco server, poi, è a marchio Hp e Ibm, in totale oltre una ventina di server. Ho anche provato a seguire strade diverse, quando i fornitori non sono riusciti a garantirci l’assistenza richiesta ma, attualmente, posso dirmi soddisfatto». Sul fronte software, poi, oltre 10 anni fa, Presot ha rappresentato uno dei principali key user nel processo volto a uniformare l’Erp a livello europeo, con l’adozione di Bpcs, ora confluito nell’offerta Infor. «Per alcuni aspetti – commenta -, prevalgono i dettami di gruppo, ma per altri siamo liberi di proporre progetti o di prendere iniziative autonome, fermo restando il confronto con la presidenza. Le migliorie sono sempre ben accette». Così è stato per la scelta dei fornitori o per il VoIp, per il quale l’Italia è stata capofila di progetto. «Con la crescita del centro di ricerca e sviluppo è diventato necessario concretizzare un interscambio di disegni e idee. Insieme con la sede giapponese e con la capogruppo europea, con cui esiste un costante contatto diretto, abbiamo creato una Vpn su rete pubblica e siamo stati i primi a partire, scegliendo prodotti magari più cari ma affidabili. Visto che la nostra rete distributiva è sul territorio, il risparmio sulle chiamate oltre confine è stato di un certo peso».

Autonomia e indipendenza, sempre nell’ottica di gruppo, hanno caratterizzato anche le evoluzioni in ottica mobility, che dalla fornitura dei portatili ai manager è passata alla gestione informatica degli ispettori di zona, fino all’introduzione del BlackBerry «grazie al quale abbiamo potuto risolvere molti dei problemi legati alla lettura della mail». Sul fronte produzione e magazzino, invece, l’adozione di sofisticati terminali non rappresenta una priorità. Al contrario, nel novero delle iniziative per il 2008, Presot indica la virtualizzazione: «Con l’aumento delle company e dei progetti specifici abbiamo iniziato un percorso di consolidamento dei server, puntando su un cluster fisico, che ci permetta di bilanciare, sfruttare e calcolare, anche in ottica ecologica, il nostro potenziale. Tuttavia, con Vmware stiamo iniziando una sperimentazione su cinque macchine». Al tempo stesso, dopo aver duplicato l’impianto di rete e ridondato le fibre, al fine di ottenere una delocalizzazione dell’infrastruttura, il manager sta concentrando la sua attenzione sul risk management, che lo coinvolge in entrambi i suoi ruoli.

Due milioni e mezzo di euro, circa, la quota annua dedicata da Yamaha Motor Italia a investimenti, spese correnti e personale It, «una cifra che non va paragonata al fatturato che, nel nostro caso, per il 2006 ha superato i 500 milioni di euro». E se Presot riesce a contenere la spesa è anche grazie a una politica di partnership con i fornitori. «Il nostro è un settore molto oneroso – conclude -, ma grazie alla notorietà del brand e alla visibilità che può garantire, sono i vendor stessi a proporci accordi di questo tipo. Alla stessa stregua, però, cerco di muovermi su un’ampia rosa di aziende, di cambiarle frequentemente, anche in un’ottica di comparazione dei prezzi, nonostante nelle trattative questo aspetto non rappresenti per me una priorità. Riconosco più valore aggiunto al servizio e prediligo i fornitori disposti a seguirci maggiormente».

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