Wireless: progettare la rete

Gli standard, la struttura della rete senza filo, le competenze e i consigli

In questo articolo cercheremo d’impostare una semplice metodologia per
pensare e configurare la rete che ci serve davvero. In questo campo,
apparentemente nuovo, sorgono molte domande. Le principali questioni riguardo
una rete wireless, però, sono le più semplici: che differenza c’è tra gli
standard? Quanto costa questa rete? Che distanza copre? Per cosa posso usarla?
Per le prime due domande la risposta è precisa, benché vari nel tempo, insieme
ai prezzi e ai nuovi standard. Le altre due domande richiedono un approccio
progettuale.

Gli standard “b” e “g”

Le reti di elaboratori sono cresciute imbrigliando i segnali all’interno di
cavi. La soluzione tecnicamente più semplice sarebbe stato usare l’aria, ma per molti anni non era è stata sviluppata la tecnologia
adatta. Recentemente, invece, si è sviluppata l’interconnessione
wireless, armonizzata dall’Ieee 802.11 e verificata dal consorzio Wifi (www.wifialliance.org
).
Adesso gli apparati funzionano, sono semplici da installare
e impiegare ma complessi da ottimizzare. In Europa gli standard di
riferimento sono due, “b” e “g”. Il primo promette una
connessione a 11 Mbps; il secondo nominalmente arriva a 54 Mbps. In realtà
esistono estensioni a questi standard, che aumentano la banda passante promessa
fino a raddoppiarla. Le estesioni sono proprietarie, quindi variano a seconda
del produttore. Le apparecchiature “g” vedono le apparecchiature
“b”
, ovviamente a velocità ridotta.
In generale
oggi è opportuno affidarsi ad una rete di tipo “g”
, quindi regolata dallo standard 802.11g e verificata sul campo dall’aderenza alle regole Wifi g. Il consorzio wifi gestisce un bollino apposito che conferma il buon esito del test delle apparecchiature che lo portano.
Lo standard
“b” è ancora molto diffuso, ma va rapidamente sparendo dagli scaffali.
In alcuni casi è possibile reperire componenti nuove a basso prezzo, soprattutto
per quelle di base, ovvero schede e stazioni. Nei grandi centri, comunque, i
prezzi dei sistemi “g” sono ormai molto simili a quelli dei sistemi
“b”. Giusto per dare un’idea dell’ordine di grandezza, oggi i
prodotti di qualità richiedono circa 50 euro per ogni scheda

(da pc fisso o da portatile o palmare e intorno ai 100 euro per ogni access point, per cui quattro connessioni su un solo access point hanno un prezzo a partire da 250 euro. I prezzi sono variabili e in leggero calo al passare dei mesi. Ma se nella stanza serve un access point particolare, con antenna esterna e sopraelevata, solo questa parte della soluzione può costare anche 500 euro.

Fare il progetto
Nel caso si
debba progettare un sistema wireless, foss’anche quello di casa, non bisogna
trascurare nulla, altrimenti si potrebbe andare incontro a cattive sorprese. In
molti casi si tende a non considerare i vari aspetti di un problema, ma solo gli
elementi più evidenti, che in questo caso sono le schede e l’access point (Per
una dettagliata descrizione dei componenti si veda l’articolo “Wireless:
i componenti”

). Quali siano le vostre esigenze, quindi, non cedete alla tentazione di lasciar tutto nel vago, affidandovi all’installazione di una scheda con il relativo software e sperando nella fortuna, ma fatevi un bel disegno che dipinga esattamente l’obiettivo che vi ponete.
Le considerazioni principali da fare nella progettazione riguardano la connettività e l’hardware disponibile.

Ricordate che tutte le componenti hanno
un’antenna e che per funzionare bene, le antenne devono vedersi. Il risultato
ottimale al quale tendere è che la banda passante per ciascun access point sia
vicina a 6 Mbps per lo standard “a” e a 20 Mbps per lo standard
“g”
. La differenza con il valore nominale è enorme, ma il valore nominale è calcolato in condizioni non reali, mentre questo è quello tipico riscontrabile in pratica e, si badi, in una rete ottima.
Prima di scegliere le apparecchiature da acquistare
è bene svolgere alcune prove

. Avendo a disposizione un portatile, acquistando l’hardware wifi (una scheda e un access point) ed installando un software di controllo del segnale wireless (spesso freeware), potrete studiare l’ambiente, ovvero la stanza e i vicini. In una stanza, infatti, tutto ostacola la diffusione del segnale: muri, mobili, persone. Si creano quindi zone nelle quali il segnale non arriverà mai, dove quindi è inutile mettere una connessione.
Inoltre la banda passante complessivamente disponibile è un bene di tutti: se il vostro vicino usa per lavoro o hobby delle connessioni nella stessa banda di frequenza, egli competerà con voi per le frequenze, limitando la banda passante effettivamente a vostra disposizione.

Radio e reti: spazio ai tecnici
La competenza wireless non s’improvvisa, se non con gran fortuna e solo nei casi più semplici. Per svolgere le funzioni qui di seguito esposte serve esperienza nel settore radio per la prima parte, nel settore rete locale per la seconda.
Confrontando le necessità con le caratteristiche dell’ambiente si potrà stabilire di quanti access point si ha bisogno, di quante schede di connessione e di che tipo, eventualmente di quali accessori per la rete o per il servizio (Per una dettagliata descrizione degli accessori si veda l’articolo “Wireless: i componenti”).
Una volta
installata la rete per hardware e software, sarà opportuno tararne le
effettive prestazioni

. Anche in questo caso è necessario un software specifico che controlli le prestazioni di rete non solo fissa ma anche mobile. Se la rete comprende anche dei palmari aziendali, può far comodo identificare un software di controllo disponibile sia su personal computer, sia su palmare.
I dati così acquisiti serviranno ad indentificare eventuali
problemi e a determinare la soluzione. Serve un altro access point, o basta
elevare l’antenna di quel portatile? Posso accontentarmi d’una soluzione
“b” o mi serve direttamente una soluzione “g”? In questo modo
si trova una soluzione ottimale, in generale dopo più tentativi e spesso al
prezzo di poche decine di euro.

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