Dopo lo scivolone dello scorso anno, quando passò dalle 28° alla 45° posizione, il nostro Paese si trova oggi al 42° posto nella classifica internazionale sulle tecnologie della comunicazione e dell’informazione
L’Italia recupera tre posizioni nella classifica
internazionale sulle tecnologie della comunicazione e dell’informazione redatta,
come ogni anno, dal World Economic Forum di Ginevra.
Lo scorso anno il nostro Paese si collocava al 45° posto,
dopo uno scivolone definito “drammatico” dagli osservatori, dalla 28°
posizione nella quale si trovava alla fine del 2003.
Oggi, dunque, l’Italia si trova in 42sima
posizione, preceduta dalla Repubblica Slovacca e dall’India e seguita
da Grecia e Lituania.
In prima posizione ritornano
gli Stati Uniti, dopo essere scivolati al quinto posto nella
classifica dello scorso anno, seguiti da Singapore, Danimarca, Islanda,
Finlandia, Canada e Taiwan.
La classifica, redatta
sul principio secondo il quale il livello di penetrazione delle tecnologie
dell’informazione è un chiaro indicatore di competitività e crescita economica,
prende in esame aspetti che vanno dalle infrastrutture alle normative, dalla
preparazione degli individui a quella delle aziende e della pubblica
amministrazione, oltre alla disponibilità a investire in ricerca e sviluppo.
E se gli Stati Uniti in qualche modo festeggiano il
loro ritorno alla guida della classifica, non si può fare a meno di notare come
le grandi economie europee diano segni di distacco.
Il Regno Unito è in decima posizione, la
Germania in diciassettesima posizione, seguita dall’Austria, la Francia in
ventiduesima posizione, la Spagna in trentunesima.
I commentatori statunitensi lamentano un certo
livello di arbitrarietà nella compilazione della classifica e
sottolineano che se per quanto riguarda le principali economie occidentali i
criteri di valutazione possono definirsi omogenei, non altrettanto si può dire
per le economie in via di sviluppo.
Del resto, va
detto, non è semplice trovare un metro reale per definire il “degree of
preparedness of a nation or community to partecipate in and benefit from Ict
development”, ovvero il livello di preparazione di una Paese o di una
comunità a partecipare e beneficiare degli sviluppi Ict. Che poi è uno dei
principali indicatori che vanno a comporre la classifica.
Così diventa un po’ difficile spiegare come mai
l’India resti ancorata al quarantesimo posto
, come nella classifica dello scorso anno, quando è uno dei Paesi nei quali lo sviluppo economico e l’Ict sembrano andare di pari passo.
Né è facile
spiegare lo scivolone di nove posizioni della Cina, destinata
da altre analisi a superare gli Stati Uniti nel consumo di Ict.
Quanto all’America Latina, altra area in crescente
sviluppo, buona la performance del Cile, al ventinovesimo
posto, mentre le economie più importanti, Brasile e Messico sono decisamente più
indietro, rispettivamente al cinquantaduesimo e al cinquantacinquesimo posto.





