Il fornitore di soluzioni di filtraggio Web chiama a raccolta i partner “eco-compatibili”.
Websense vuol costruire un ecosistema della sicurezza.
L’ennesimo, pare. Tentativi e iniziative simili sono già stati messi in pista in passato. Ricordiamo l’Opsec di Check Point e l’ultimo, in ordine di tempo, il Nac di Cisco, basato su una prospettiva architetturale da rispettare con prodotti conformi ad alcuni standard prefissati.
Ora Websense parla di Web Security Ecosystem, un’iniziativa che punta a rafforzare la collaborazione con partner tecnologici per costituire un sistema di alleanze funzionale alle proprie tecnologie di Web filtering e web security.
Nel complesso, la società punta all’integrabilità dei propri prodotti con 45 soluzioni per la sicurezza e il networking enterprise.
Le tecnologie oggetto dell’iniziativa sono Websense Enterprise e Websense Web Security Suite, cioè i software di Web filtering e Web security che proteggono da spyware, malicious code, phishing, allegati di instant messaging, e Websense Cpm, un software per la sicurezza dei desktop per prevenire l’esecuzione di applicazioni non autorizzate e rafforzare l’attuazione delle policy di sicurezza aziendali relativamente all’uso dei sistemi fisici.
Il Web Security Ecosystem include fornitori appartenenti a cinque settori ritenuti chiave da Websense: gli Internet gateway (3Com, Blue Coat Systems, Check Point, Juniper, Microsoft, ServGate, SonicWall, Stratacache e Sun), le appliance (Blue Coat, Corrent, Crossbeam, Network Appliance, Network Engines, Resilience e Stratacache), le soluzioni per il controllo degli accessi alla rete (Citrix, Juniper, Microsoft e Trusted Computing Group), il Security event management (ArcSight, LogLogic, Network Intelligence, Open Service e TriGeo) e la gestione delle identità (Hp, Ibm, Microsoft, Novell e Sun).





