La piattaforma di Intel è l’ideale per amministratori di rete e per chi fa assistenza, soprattutto da remoto. Analizziamo la situazione provando due modelli di Olidata e Lenovo.
Maggio 2007 A un anno di distanza dalla presentazione si possono tirare
le somme sulla diffusione e penetrazione della tecnologia vPro di Intel da parte
di aziende e produttori di hardware e software.
Parlando di AMT e virtualizzazione, le due parti che compongono la tecnologia,
la prima è quella che ha avuto maggiore riscontro. La disponibilità
di software di gestione e controllo compatibili vPro è consistente e
annovera produttori come Altiris, Atos Origin, HP, LANdesk, per citarne alcuni.
Questi sistemi di gestione esistono da anni, si è trattato solo di adattarli
a vPro.
Per la virtualizzazione invece esistono pochissime soluzioni ma lo scenario
dovrebbe mutare nel volgere di breve tempo. Colossi come Symantec e Computer
Associates hanno annunciato il supporto e la preparazione di programmi che sfruttano
le capacità della tecnologia di virtualizzazione insita in vPro. La ragione
del ritardo è la novità della stessa per i produttori di software
che non siano specializzati nella virtualizzazione. Scrivere un Hypervisor,
lo speciale software che si interpone tra il sistema operativo e l’hardware
e gestisce tutte le comunicazioni (segnali di interrupt, dati e altro) tra le
due parti, non è una cosa semplice. La fase di verifica del suo funzionamento
richiede molto tempo a causa della complessità. Esistono dei modelli
di Hypervisor sviluppati da altre aziende e funzionanti, ma le licenze costano
e inciderebbero eccessivamente sul prezzo dell’applicazione virtuale.
Target di vPro
I maggiori utilizzatori di vPro sono amministratori di rete e reparti tecnici
di assistenza. Quando si hanno centinaia di sistemi da seguire, magari situati
in sedi geografiche diverse, un sistema di gestione e controllo remoto dei computer
è indispensabile. La tecnologia vPro, grazie alle sue funzionalità
che permettono di interagire anche in caso di computer spento o sistema operativo
non funzionante, riduce tempi e costi d’intervento. La parte inerente la tecnologia
di virtualizzazione può essere interessante anche per l’utente
finale, in quanto aggiunge un extra di sicurezza al computer.
L’esecuzione in un ambiente virtuale, separato e protetto, rende le applicazioni
inattaccabili dai programmi maligni. Per esempio, un firewall o un antivirus
che intercettano ed eliminano le minacce prima che arrivino al sistema operativo
e che non possono essere disattivati da un attacco come è accaduto qualche
tempo fa con il virus Sober.
Quanto costa in più un PC con tecnologia
vPro
Un paragone specifico è impossibile in quanto non esistono modelli comparabili
come con i vecchi processori Pentium 4, dei quali esistevano versioni con Hyper-Threading
e senza. Inoltre vPro è una piattaforma che include, oltre al processore,
la scheda madre e il chipset che devono soddisfare determinati requisiti. Indicativamente,
per lo stesso tipo d’utilizzo un computer vPro costa circa 100 euro in più
di uno senza. Il dato è stato ricavato confrontando le proposte delle
guide di acquisto in diversi siti di produttori di computer, specificando un
uso tipico da ufficio.
Ma conviene passare a vPro?
A meno che non abbiate una grossa azienda con centinaia di computer, oppure
un numero inferiore ma sparsi in sedi geografiche diverse e che avete necessità
di tenere sotto controllo, la risposta è no. Vediamo i motivi. In genere
la tipologia più diffusa è un complesso di computer riuniti in
un gruppo di lavoro e collegati a Internet, con un NAS, o più spesso
un computer normale, a fare da archivio dei dati. I computer si trovano nello
stesso piano o edificio e sono protetti localmente da un antivirus e un firewall
di rete. C’è un responsabile di rete o un tecnico che gestisce
la manutenzione. In questa situazione la tecnologia vPro non offrirebbe un vantaggio
pratico. I computer sono tutti facilmente raggiungibili fisicamente e si tratta
di configurazioni per le quali è facile e veloce reperire un pezzo di
ricambio e non è obbligatorio che sia esattamente lo stesso.
Inoltre i programmi di gestione e controllo remoto vPro richiedono la presenza
di un sistema operativo di classe server con relative licenze, il che comporta
una spesa di minimo un migliaio di euro. Il passaggio a vPro è conveniente
solo quando si hanno molti computer sparsi in sedi geografiche diverse. Non
a caso il calcolatore dell’indice di redditività del capitale investito
(ROI Return Of Investiment), disponibile all’indirizzo www.intel.com/business/vpro/roi/demo.htm?iid=search,
inizia il calcolo partendo da un minimo di 1.000 PC.
Cenni sulla tecnologia vPro
La tecnologia vPro di Intel è formata da due sistemi di gestione e controllo.
Uno di questiè chiamato AMT (Active Management Technology) ed è
sempre disponibile ad un amministratore di rete: anche a computer spento basta
che sia collegato ad una presa elettrica.
La gestione avviene tramite un canale di comunicazione via rete, protetto a
livello hardware e software da un sistema di password e certificati. Un computer
vPro può essere acceso, riparato, controllato, inventariato e aggiornato
a distanza.
Una speciale memoria in grado di mantenere le informazioni in assenza di corrente,
registra la configurazione hardware e le informazioni di AMT, oltre al sistema
di gestione vPro.
Il secondo sistema è una gestione virtualizzata, richiede che il computer
sia acceso e il sistema operativo funzionante.
La tecnologia di virtualizzazione inclusa in vPro crea una partizione di servizio,
nascosta al sistema operativo principale, in cui risiede il sistema operativo
e l’applicazione virtualizzata.
In vPro è utilizzato un sistema di virtualizzazione ridotto, consistente
in un piccolo sistema operativo, un codice specifico per una funzione e driver
selezionati. Le applicazioni virtuali sono gestite dall’amministratore
di sistema e l’indipendenza dal sistema operativo le rende immuni da attacchi
di programmi maligni.
I requisiti dei PC con vPro
Per realizzare una piattaforma vPro e poter sfoggiare il logo sono richiesti
componenti specifici. Il processore deve essere un Intel Core 2 Duo della famiglia
E6600. Il chipset un i965 con un southbridge ICH8-DO. Nella scheda madre dev’essere
presente il firmware per l’Active Management Technology (AMT) versione
2.0. Il BIOS della scheda madre deve supportare AMT e la tecnologia di virtualizzazione
di Intel. Infine, dev’essere presente una connessione di rete Gigabit basata
sul controller 82566DM di Intel. Chi volesse verificare la compatibilità
del proprio computer con vPro può utilizzare lo strumento di verifica
messo a disposizione da Intel all’indirizzo http://downloadcenter.intel.com/scripts-df-external/Product_Filter.aspx?ProductID=2575&lang=eng.
Il controllo del PC tramite LANDesk
LANDesk Management Suite (www.landesk.it) è un software di gestione che
supporta la tecnologia vPro. Permette da un’unica console di controllare,
gestire, aggiornare e riparare tutti i computer collegati alla rete, sia quelli
che si trovano in una rete locale protetta da firewall sia quelli che fanno
parte di una rete geografica. E se si tratta di computer in tecnologia vPro,
con la tecnologia AMT esegue le operazioni sopracitate anche in condizioni di
PC spento e assenza dell’operatore. Sempre tramite AMT controlla lo stato
degli agenti (la parte software che fornisce le informazioni sulla condizione
del computer su cui è installata), può attivarli e disattivarli.
Management Suite include diversi strumenti di gestione: controlla la validità
delle licenze, impedisce l’esecuzione dei programmi con licenza scaduta
o non autorizzati, distribuisce aggiornamenti di programmi, fa migrare con funzioni
automatizzate utenti a nuovi sistemi operativi mantenendo i profili. La distribuzione
del software è fatta con tecnologie proprietarie che analizzano le condizioni
di rete e determinano la migliore strategia.





