Tra tanti pareri favorevoli, c’è chi, invece, non vede un futuro così roseo, almeno a livello business, per la videocomunicazione. L’ostacolo maggiore da superare sembra essere ancora una volta la privacy, un aspetto critico specialmente se la comunica …
Tra tanti pareri favorevoli, c’è chi, invece, non vede un futuro così roseo, almeno a livello business, per la videocomunicazione. L’ostacolo maggiore da superare sembra essere ancora una volta la privacy, un aspetto critico specialmente se la comunicazione è in real time. Anche se a livello consumer la fruizione è a uno stadio più avanzato rispetto al settore business, l’invasività dell’immagine ha ancora un forte potere deterrente all’utilizzo della videocomunicazione. «La videoconferenza si porta dietro una certa ritualità – spiega Alessandro Stagni, responsabile dell’offerta del dipartimento ufficio strategico di Italtel -. A livello enterprise è un momento molto formale, che ha tutta una fase di preparazione a monte, dalla regia all’installazione degli apparecchi. A mio parere, tutto questo gran vantaggio in termini di aumento di produttività va ancora provato. Quello che secondo me è il vero valore aggiunto della videocomunicazione è la possibilità di poter vedere i documenti e lavorarci in gruppo anche se da sedi distinte. È la collaborazione la vera rivoluzione, la possibilità di realizzare progetti di gruppo. Ma per questo basta avere un telefono, magari su Ip, per comunicare e l’accesso al desktop del collega. La videoconferenza è un elemento in più».
Nell’ambito della formazione, la fruizione on line di documenti condivisibili è un’applicazione molto usata, ma il livello di interazione è molto basso perché l’upload e il download dei contenuti non sono in simultanea. Anche le domande su eventuali dubbi possono essere fatte in differita, dopo aver letto ed esaminato i documenti stessi.
«Quello che le aziende chiedono di più oggi è la comunicazione integrata, non tanto la videoconferenza – continua Stagni -. Anche se riconosco che possa essere utile per diminuire il numero di viaggi del management, che spesso si rivelano inutili e stressanti. La videoconferenza, tra l’altro, si porta dietro un carico indotto di emotività notevole visto che, specialmente con l’alta risoluzione, è come essere faccia a faccia, tanto che si può vedere ogni minimo dettaglio dell’interlocutore. Però, credo che il mercato sia già saturo, perché chi voleva scegliere questo tipo di soluzioni le avrebbe già implementate. Anche a livello di prodotti desktop non credo ci sia un grande aumento della produttività, l’offline, Mms, e-mail e video, rimane lo strumento preferito. Penso invece che la voce sia il mezzo di lavoro più efficace». Cresce, infatti, il numero dei contact center che mette online degli avatar parlanti che sostituiscono le signorine del call center. Anche il file sharing, supportato dalla possibilità di confrontarsi per telefono, accresce la produttività ed è sicuramente meno invasivo e personale rispetto alla videoconferenza, che, al contrario, coinvolge anche la sfera emotiva. «La comunicazione integrata si rivelerà un business molto più forte e importante rispetto alla videocomunicazione – conclude Stagni -. Specialmente in previsione di scenari futuri in cui le informazioni viaggeranno su terminali evoluti e convergenti, quando cioè si realizzerà a pieno il triple play:Tv, Internet, telefono su un’unica rete».





