Una software factory in Italia per Gfi

La società francese, entrata in Italia attraverso acquisizioni e joint venture, cerca ora nuove strade di espansione, a partire da un nuovo centro di sviluppo inaugurato a Bari. Tra le novità, anche un prodotto per la creazione di portali per il mondo bancario.

Filiale italiana dell’omonima società francese, Gfi Informatica opera sul nostro territorio da un paio di anni. In questo periodo ha cercato di crearsi una propria identità tramite un processo di acquisizioni (ricordiamo Atel, Data Consulting e Olivetti Sanità) e joint venture (Engineering). Ora però è finalmente arrivato il momento di consolidare la presenza sul territorio, strada questa che Gfi sta intraprendendo muovendosi nell’ambito della progettazione Internet con tecnologie evolute. Sta infatti costituendo una struttura con un alto livello di competenza nella preposizione di tutte quelle tecnologie che sono parte di un modello di implementazione atto a sviluppare progetti con un alto valore aggiunto. A fronte di ciò, Gfi non esclude la possibilità di approcciare anche nuovi mercati verticali.
“Abbiamo un centro software molto importante a Bari – ci ha detto Giorgio Castorina, country manager di Gfi Informatica – dove sviluppiamo prodotti e tecnologie per i mercati verticali e orizzontali. La nostra intenzione è di creare una software factory mirata, specializzata e localizzata che ci consenta di entrare nel mercato italiano con risorse locali e operare in un settore che fino a ieri era appannaggio solo di aziende statunitensi o comunque estere”.

Gfi Informatica intende svecchiare il classico processo in cui si prendono i prodotti dagli Stati Uniti, si sviluppano le applicazioni e le si mettono in opera. “Noi intendiamo cambiare questa metodologia operativa – ha precisato Castorina – perché vogliamo proporre i nostri prodotti e le nostre tecnologie. È in atto un reindirizzamento delle nostre attività verso un’identità diversa, non più solo di system integration. Oggi un mercato che riteniamo di fondamentale importanza è quello bancario, per il quale abbiamo sviluppato un prodotto che consente di creare portali e che aiuta a portare in modo trasparente le applicazioni legacy in ambiente Web. Tale prodotto si adatta all’impiego in molteplici mercati ma calza alla perfezione su quello bancario”.


Oggi Gfi ha già due referenze importanti: La Cassa di risparmio di Livorno e il porto di Genova. “Ma attraverso tale prodotto – ha affermato Castorina – intendiamo anche andare sui mercati esteri utilizzando la nostra struttura internazionale che conta oggi 8mila persone. Per espanderci oltre confine stiamo cercando nuovi distribuiti all’estero”.


Dal gruppo è sparita ufficialmente Gfi Sanità. A seguito della joint venture con Engineering si è infatti costituita una società denominata Eng Sanità nella quale sono confluite le attività di Gfi Sanità e il ramo di impresa Engineering. Questa operazione è volta a costituire un polo importante nell’ambito della sanità. “Oggi in Italia siamo un gruppo di 1200 persone – ha specificato Castorina – con oltre 200 miliardi di lire di fatturato. Siamo forti nel mondo delle telecomunicazioni, dove abbiamo in atto progetti importanti con Telecom e Tim. Ma per il futuro guardiamo con grande attenzione al mercato della finanza, settore decisamente rilevante che va però aggredito con investimenti consistenti e soluzioni nuove e innovative. Continueremo a operare un’attiva di ricerca verso i paesi che sono tradizionalmente fonte di tecnologie. Questo anche attraverso partnership, al fine di poter essere sul mercato con i contenuti che il mercato chiede”.


A Milano e Roma è stata intanto attivata la struttura di training, che è destinata a diventare un tassello molto importante nel mosaico dell’offerta Gfi. Attraverso tale struttura, l’azienda è in grado di fornire certificazioni e di proporre corsi ad hoc per grosse aziende. In questo momento Internet e la sicurezza rappresentano i temi più caldi. “Usiamo queste aule – ha concluso Castorina – anche per formare il nostro personale per essere sempre al passo con le nuove tecnologie e per poterci rivolgere a nuovi mercati. Intendiamo usare il training come elemento facilitante per aumentare la nostra penetrazione presso il cliente e per poter proporre progetti sempre più importanti. Al contrario di quanto fanno altri, non è però nostra intenzione vendere il training di Office”.

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