Una legge di sistema per l’innovazione

E’ la richiesta di Alberto Tripi, presidente di Federcomin, che ha indicato al governo le priorità in tema di Ict

L’Innovazione deve diventare un valore e un patrimonio della collettività. Le
imprese, le Pubbliche Amministrazioni e i Cittadini hanno il
“diritto-dovere” di partecipare allo sviluppo della Società
dell’Informazione e della comunicazione, ma servono infrastrutture ed azioni di
diffusione e di accompagnamento. In occasione della presentazione dei dati del
rapporto sulla Società dell’informazione avvenuta nell’ambito di un seminario
sulla strategia di Lisbona, Alberto Tripi, presidente di Federcomin non ha
mancato di fare sentire la sua voce relativamente alle politiche per
l’innovazione. Al nuovo governo Tripi chiede ”una sede istituzionale di confronto e di coordinamento per la definizione degli interventi di diffusione delle tecnologie per l’Innovazione nel sistema produttivo”.
Ma anche la promozione e lo sviluppo di una cultura dell’innovazione ”a livello Paese che interessi tutta la collettività”. Per la Pa bisogna ”focalizzare gli interventi verso il back office e la qualità in un processo integrato di riorganizzazione e di utilizzo delle tecnologie Ict. Andranno curate la semplificazione, l’integrazione, la cooperazione e la standardizzazione delle procedure – ha proseguito il presidente di Federcomin –, definendo un’agenda per l’entrata a regime dei servizi online da erogare ai cittadini e alle imprese”.



Così come ha già fatto
Aitech-Assinform

, anche Tripi ha battuto il tasto delle imprese a capitale pubblico che operano nell’Ict. A questo proposito ha affermato che “le realizzazioni, i servizi e le forniture alle Pubbliche
amministrazioni dovranno essere affidate alle imprese private secondo principi di concorrenza e criteri di efficienza e competenza, eventualmente nell’ambito di società miste, joint-venture o partnership con società pubbliche, soprattutto a livello locale”
. L’offerta però deve
qualificarsi superando i problemi di eccessiva frammentazione,
sottocapitalizzazione e capacità di investimenti in ricerca e sviluppo. Da parte
sua lo Stato e le Regioni devono individuare nuove forme di intervento che
possano andare maggiormente incontro alle esigenze delle imprese.


Tra gli aspetti sui quali concentrarsi vi sono la
definizione degli obiettivi e dell’impatto degli interventi anche ai fini della
loro misurabilità in termini di innovazione organizzativa e tecnologica, la
tempistica finanziaria delle realizzazioni che preveda anche premialità per
diversi livelli di intervento, eventualmente articolando l’incentivo in parte
fissa, per agevolare l’investimento del progetto, e parte variabile, per
premiare i risultati ottenuti.


Tripi ha poi sottolineato la necessità di applicazioni e
infrastrutture affidabili sotto il profilo della sicurezza e ha poi indicato
quali, secondo Federcomin, sono le linee guida per lo sviluppo dell’innovazione.
La diffusione della banda larga, sviluppo del mercato dei contenuti digitali,
sicurezza (ma anche privacy) sono altri importanti terreni d’intervento, mentre
molto da fare c’è anche sul piano della infomobilità e logistica integrata.


Al governo Prodi il presidente di Federcomin chiede però anche una
legge di sistema per l’innovazione

. “Serve un provvedimento quadro e organizzativo per l’innovazione che, insieme ai principi fondamentali, definisca finalità e campi di applicazione, dando rilievo ai nuovi valori della Società dei Servizi Innovativi e dell’Economia dei Servizi Innovativi (creatività, formazione, diritto all’accesso, lavoro intellettuale, impresa innovativa, ecc.). La legge medesima da un lato dovrà semplificare e razionalizzare il contesto normativo e dall’altro definire le competenze e i ruoli istituzionali per l’Innovazione e le relative risorse che consentano di sviluppare una efficace azione politica”.


Poi c’è la revisione della legge 22 aprile 1941, n. 633, “Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio” che deve essere aggiornata allo sviluppo tecnologico. ”A tal fine dovrà essere conferita da parte del Parlamento una delega al Governo per la predisposizione del “Codice per il diritto d’autore” che razionalizzi e aggiorni tutta la normativa in materia anche in relazione agli emanandi provvedimenti comunitari connessi”.

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