Un unico Cio per la Pa?

La Pubblica amministrazione si preoccupa più del front office che del back office. E non c’è coordinamento

Se le aziende privilegiano il back office la Pa fa esattamente il contrario e presta più attenzione ai servizi al cittadino. Alla presentazione del rapporto Assinform, che fa il punto sulla situazione dell’Ict nei primi sei mesi dell’anno, c’è spazio anche per la Pubblica amministrazione che è in media con gli altri Paesi europei per quanto riguarda i servizi online per i cittadini che probabilmente sono anche quelli che danno più lustro agli amministratori locali.

Se l’offerta è buona rimane però carente la domanda dei. Solo il 16% della popolazione usa infatti i servizi online della Pubblica amministrazione. “Esiste un divario culturale – ha spiegato Giancarlo Capitani di NetConsulting che ha realizzato il rapporto di Aitech-Assinform – che ci porta a preferire i contatti faccia a faccia che si combina con il digital divide e il fatto che una buona percentuale della popolazione è anziana”.

Lo scarso utilizzo è dovuto però anche un poco efficiente, se non inesistente, marketing istituzionale. In pratica i cittadini non sanno dell’esistenza di certi servizi perché nessuno lo dice o lo dice poco e male. Senza contare che negli ultimi sei anni la spesa informatica della Pa è scesa del 20-22%.


Esiste quindi un deficit del back office con una bassa qualità del front office, ha proseguito Capitani che renderebbe utile una visione sistemica che combini il centrale con il locale. Qualcuno parla di un unico Cio (chief information officer, il responsabile della struttura Ict nelle aziende) per la Pa. Forse basta una cabina di regìa, ma importante, aggiunge il responsabile di NetConsulting, è cambiare anche la testa dei dipendenti pubblici e liberare il potenziale innovativo della Pa.

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