Un framework per sperimentare possibili “sviluppi”

General Interface, di Tibco, è un set di strumenti per la creazione di applicazioni Web che poggia sulla tecnologia AJAX. È gratuito per i test o per chi ne fa uso pubblico

Tibco ha fatto un passo avanti in direzione degli sviluppatori opensource. È, infatti, disponibile la versione 3.1 di General Interface Professional Edition, un framework di strumenti per creare applicazioni Web che la società mette a disposizione gratuitamente per le attività di testing e uso pubblico. Per l’utilizzo privato, invece, il prezzo parte da 499 dollari per piccoli team, con la possibilità di optare per la licenza Professional Edition. Questo insieme di tool include anche AJAX (Asynchronous JavaScript e XML), un front end per le applicazioni con interfaccia asincrona. «Questo aspetto è particolarmente innovativo – spiega Pierluigi Laviola, solution consultant manager South Emea di Tibco – perché permette di invocare direttamente i servizi e non semplicemente di accedere a un layout di tipo Web con il quale esporre diversamente le applicazioni aziendali». AJAX può richiamare i Web service già disponibili (esposti) sul service bus (ovvero sul layer di comunicazione tra le applicazioni) e non sarà più necessario, quindi, passare attraverso il Web server o l’application server per "scovare" l’allocazione di tali servizi. La nuova release è stata migliorata sotto il profilo dell’authoring, velocizzato, e dell’interfaccia grafica, ora di tipo drag-and-drop, per le comunicazioni di standard quali XML (eXtensible Markup Language), SOAP (Simple Object Access Protocol) e WsDL (Web Services Description Language). «A differenza della maggior parte degli strumenti di sviluppo Web – precisa il manager -, che richiede l’aggiunta al browser di plugin, controlli ActiveX o applet Java, AJAX sfrutta le funzionalità del browser già utilizzato per ottenere rapidamente, dalla Url, un’applicazione completa». La "webificazione" di quanto utilizzato in azienda, quindi, passa attraverso la condivisione di funzionalità esistenti, che potranno essere impiegate nell’esecuzione delle transazioni SOA. «La nostra – conclude Laviola – è una visione delle Service oriented architecture pragmatica. Questo si traduce in un’attenzione alle best practice, che permettono di ridurre tempi e costi. Il pragmatismo lo applichiamo con tool di sviluppo come questo ma anche con una soluzione come BusinessWorks che, oggi, è in grado di garantire non solo il messaging tra le applicazioni, ma anche l’integrazione concreta, sia a livello di layer sia, soprattutto, di servizi».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome