Tv digitali: c’è fermento ma non la pubblicità

Sky e digitale terrestre lasciano le briciole agli altri attori. Si muove la Desktop tv e temporeggia il mobile

La Tv digitale? Una partita tra Sky e i player del digitale terrestre con poco spazio per gli altri. L’indagine del Politecnico, basata sull’analisi di più 2.000 canali relativi a tutte le piattaforme digitali attualmente disponibili (Dtt, IpTv, Mobile Tv su rete Dvb-h e su rete cellulare, Sat Tv, Web Tv) e su oltre 50 casi di studio, assegna l’1% del mercato all’Iptv, il 2% alla mobile e un altro 1% alla Web tv.


Numeri simili a quelli dello scorso anno che, secondo Andrea Rangone responsabile scientifico dell’Osservatorio New Tv della School of management del Politecnico di Milano, nascondono “un fermento imprenditoriale che riguarda soprattutto le Desktop-Tv nelle quali stanno avvenendo le maggiori sperimentazioni: a livello di format e di palinsesti, di produzione di contenuti e di modalità di erogazione all’utente”.


Ricorrendo alla consueta divisione delle piattaforme in Sofa (Sat, Dtt e IpTv), Desktop (i canali video fruibili tramite Web) e Hand-Tv (Mobile), l’indagine sancisce il lentissimo sviluppo delle tv sui cellulari che cercherà di far crescere l’audience offrendo dei canali in chiaro. La lotta è però durissima anche perché, sottolinea Giovanni Toletti, responsabile delle ricerche dell’Osservatorio New Tv, “non è ancora assolutamente chiaro che cosa il consumatore consideri veramente di valore”.


Secondo l’ateneo milanese il mercato delle Tv digitali è di poco inferiore ai 3.400 milioni di euro, in crescita del 15% rispetto al 2007. L’86% del mercato deriva dalle offerte pay, mentre il restante 14% arriva dalla pubblicità.


Lo scarso successo in termini di fatturato delle Tv digitali legate al Web e ai cellulari non frena però gli ardori imprenditoriali visto che, mobile a parte, il numero di canali disponibili aumenta su tutte le piattaforme.


La Web Tv passa da 476 a 633, IpTv da 153 a 218 e i canali
Video on demand aumentano il loro peso sia sulla IpTv (passando dal 23 al 36%) che sulla Web Tv (dal 64 al 71%), mentre lo diminuiscono sulla Mobile Tv dal 75 al 63% per alcune razionalizzazioni fatte sull’offerta della Rete cellulare.


Il futuro però è incerto. Le Desktop Tv hanno un turnover elevato: a fronte di una natalità di circa il 40% c’è una mortalità di circa il 20%. Tutto normale per il Web dove anche nell’ecommerce il turnover, soprattutto nella fase iniziale è stato alto. Però il panorama sta cambiando visto che cresce il peso dei canali On demand, mentre si riducono i canali a flusso trasposti da altre piattaforme televisive e aumentano i canali video sviluppati da imprese e pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di potenziare la loro comunicazione e interazione con i propri utenti, in una logica di Customer relationship management.


Difficile però che i fatturati esplodano. Secndo una survey della School of management effettuata su cento direttori marketing, il 65% non ha mai utilizzato le Tv digitali per campagne pubblicitarie, il 1% non lo farà neanche in futuro mentre il 55% è incerto.


In caso di utilizzo la preferita è la Web tv, seguita da satellite e digitale terrestre. I motivi che ostacolano gli investimenti sono la scarsa conoscenza delle opportunità e i ritorni delle piattaforme, la mancanza di un’audience significativa, la scarsa efficacia percepita e la mancanza di competenze interne adeguate.

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