Big Blue ha provveduto a un generale rebranding dell’intera gamma di macchine midrange, dai Netfinity fino agli S/390. Presentata anche la nuova serie di mainframe a 64 bit.
Non ha risparmiato piattaforma alcuna la strategia di rebranding di
Ibm, mirata a riunire in un’unica grande famiglia siglata e-server
tutte le attuali linee commercializzate. E così, spariscono d’un
colpo i marchi ben consolidati degli S/390, As/400, Rs/6000 e
Netifinity, per far spazio a nuove denominazioni, tutte precedute dal
prefisso e-server. Rispettivamente, i nuovi nomi sono: zSeries900,
iSeries400, pSeries600 e xSeries. "E’ la diretta conseguenza –
spiega Pierfrancesco Angeleri, vicepresidente del gruppo enterprise
system – dei cambiamenti sostanziali causati dall’evoluzione del
mercato". Un mercato, quello dei server, in cui Ibm intende così
iscrivere il proprio nome in cima alla lista dei vendor, avocando a
sé un primato non più discutibile. "Si tratta in realtà –
interviene Angeleri – del segnale che annuncia la riformulazione
complessiva di un’offerta che, da quando abbiamo iniziato a cavalcare
l’e-business, non è mai stata proposta all’interno di un contesto
univoco e globalmente coerente. Tutto ciò, nonostante sia apparsa
manifesta la progressiva convergenza tra le diverse piattaforme".
Anche se è indubbio che alcuni aspetti peculiari sono e resteranno
ben difficilmente eliminabili. E’ però innegabile che da un lato la
tecnologia in comune alle cinque famiglie di server Ibm divenga
sempre più ampia e che dall’altro la costruzione di una piattaforma
di middleware assolutamente condivisa sia prossima al traguardo. Nel
giro di un anno, infatti, la cosiddetta Common Application Framework
per l’e-business che integra Java, Tivoli, Mq Series, WebSphere,
promette di rendere trasparente qualunque sistema operativo.
L’occasione del rebranding è stata utile anche per presentare
ufficialmente anche la nuova serie di mainframe a 64 bit, sin qui
nota con il nome in codice di
x-link
Freeway; 001; A; 10-07-2000
x-fine-link
. Ogni macchina è in grado di supportare fino a 16 processori general
purpose e altri 4 dedicati a compiti specifici. Inoltre, la memoria
di è stata ampliata (fino a 128 Gb) e le prestazioni possono arrivare
a 270 Mips (contro i 200 degli attuali G6). Accanto agli aspetti
puramente tecnologici, poi, spicca anche una rinnovata politica
commerciale. Gli utenti, infatti, saranno in grado di legare carichi
applicativi di lavoro a specifici processori, in modo che sia
possibile una verifica sia da parte degli utenti stessi che dei
produttori di software. Questo renderà possibile un calcolo del
prezzo degli applicativi in base alla porzione del mainframe
effettivamente utilizzata.





