Troppa carta in ufficio

La gestione documentale e gli sforzi della Pa in primo luogo, ma anche il Rfid, il VoIp, il Crm e l’ufficio mobile tra le tematiche sviluppate all’annuale edizione di Omat+Voice Com

30 marzo 2004. Negli Stati Uniti le chiamano “riserve indiane”, sono le porzioni di forniture riservate alle piccole e medie imprese all’interno dei marketplace gestiti dai vari Governi federali. Il termine si presta a varie interpretazioni e, se non altro, è indicativo del valore delle Pmi all’interno dell’economia americana.

“In Italia ci sembra difficile poter esportare un modello simile”, ha affermato Ferruccio Ferranti,
amministratore delegato di Consip al convegno d’apertura della
sezione back office di questa edizione di Omat+Voice Com,
evento sulla business innovation tenutosi a Milano dal 30 marzo.
In effetti in Italia gli Indiani, che non hanno perso nè terra nè oro, anzi, potrebbero essere le grandi aziende, vista la particolare struttura economica del nostro Paese. In ogni caso il forte impegno di Ferranti nei confronti delle Pmi e dei cittadini, nella veste promotore delle iniziative statali di e-government, si traduce in una serie ben precisa di obiettivi a breve termine.
In primo luogo diffondere la firma digitale
e recentemente si è raggiunto il traguardo del milione di certificati
distribuiti.
Lavorare, poi, sulla circolazione delle
informazioni.
Nel 2003 il 40% della posta che è circolata negli enti
pubblici era di tipo digitale e il 90% dei dipendenti del settore hanno
l’e-mail, ma non si sa quanti la usino. Ferranti si augura di raggiungere un
traffico di e-mail del 70% rispetto al totale della posta entro il 2004.

Ultimo obbiettivo dichiarato, incentivare la trasparenza sulle
pratiche d’interesse
, ovvero fare in modo che il cittadino o l’impresa sappiano sempre a che punto sia una pratica gestita da un ente pubblico. Se nel 2001 era possibile seguire il 5% delle pratiche, nel 2003 si è fornita la tracciatura al 30% dei documenti, Ferranti spera di toccare il 70% entro il 2004.
La gestione documentale, era questo l’argomento del convegno, è dunque il kernel per cui passerà tutta l’innovazione degli enti pubblici. A questo scopo, tra l’altro, è stato realizzato un applicativo di tipo web service, disponibile anche in modalità Asp, ora in fase di testing presso il ministero dell’economia e delle finanze e presto estendibile a tutti i ministeri. Parlando
in termini generali Ferranti ha riepilogato i risultati ottenuti rispetto agli altri Paesi dell’area Euro: ” L’obbligo di uniformarci al livello di innovazione della Ue è un buon incentivo – ha proseguito Ferranti –, registriamo qualche ritardo ma stiamo migliorando. Nella classifica dell’innovazione siamo noni su 15, guadagnando tre posizioni rispetto alla rilevazione precedente”.
Il manager, inoltre, segnala un incremento del
20% degli investimenti in e-government che ci permette di occupare la quarta
posizione tra i Paesi dell’area euro, alle spalle però di Spagna e Portogallo.
L’automatizzazione delle Agenzie delle entrate, le aste online e il marketplace
della Pa, invece, sono il vero fiore all’occhiello dell’innovazione
all’italiana. Il mercato elettronico delle forniture attualmente accredita un
centinaio di fornitori e propone circa 20mila prodotti.

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