Chiusa la seconda edizione dell’evento dedicato al Web e al suo impatto sulla vita personale, sociale e lavorativa delle persone, si pensa a un evento itinerante. Anche per parlare di business.
“Obiettivo di questa seconda edizione? Creare un evento culturale dedicato al web e ai social media da una prospettiva differente. Parlare di Internet mettendo l’utente al centro di tutte le riflessioni”.
Così Mirko Lalli, Responsabile Marketing e Comunicazione di Fondazione Sistema Toscana e ideatore della manifestazione, parla di ToscanaLab, l’evento svoltosi negli ultimi giorni di giugno a Firenze, interamente dedicato al Web, cercando di affrontare le tematiche più attuali legate all’innovazione digitale.
Una due giorni di lavoro all’insegna del claim “Internet Better Life”, ovvero Come Internet migliora la vita, e soprattutto all’insegna di una formula congressuale originale, fatta di incontri con i protagonisti della rete, di approfondimenti faccia a faccia con gli esperti, di interventi agili e veloci.
”Abbiamo cercato di costruire panel tematici – prosegue Lalli – con l’obiettivo di approfondire i cambiamenti che Internet può portare nella vita sociale, economica, individuale e collettiva. Tutto questo, mettendo al centro sempre il fattore antropologico, perché il divide non è solo tecnologico, ma è anche e soprattutto culturale”.
Così, se nella prima giornata i lavori sono stati dedicati allo scenario, analizzando modelli e best practice, la seconda giornata si è articolata nelle formule del barcamp e dei forum tematici.
”Si è parlato di responsabilità etica, con la presentazione del progetto Zoes [http://www.zoes.it/], di turismo, di bambini in rete, con la presentazione del progetto Trool (Tutti i Ragazzi ora Online) promosso dall’Istituto degli Innocenti, o ancora di Internet e Business con i Business Club: in questo caso l’obiettivo era verificare come Internet possa migliorare il modo di fare business””.
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In puro stile 2.0 poi le sessioni Ignite, nel corso delle quali gli iscritti a parlare avevano ciascuno 5 minuti di tempo per raccontare ai presenti esperienze ritenute significative.
”Siamo partiti con 468 iscrizioni – cerca di riassumere Lalli – ma le persone che hanno effettivamente preso parte all’evento sono state 550. Sessanta poi i relatori e gli igniters. Per altro, anche nella formula dell’iscrizione, abbiamo cercato una chiave Web 2.0”.
Formalmente, in effetti, la partecipazione alla due giorni costava 45 euro a persona, ma la Fondazione ha deciso di introdurre anche una formula pay as you wish subordinata a una condizione: “Per poter accedere a questa formula, l’iscritto doveva impegnarsi a parlare dell’evento con un buzz prima e dopo la manifestazione. È stato molto interessante misurare come sia cresciuto giorno per giorno il buzz intorno a questo evento e come ancora stia crescendo mano a mano che filamti e presentazioni vengono condivisi su Youtube o su Slideshare”
Ma non è solo una questione di numeri. ”Da questa due giorni sono nate tante idee e tante proposte di collaborazione, che stiamo pensando di trasformare Toscana Lab in un evento itinerante, attraverso il quale coinvolgere istituzioni, imprese, associazioni di categoria, partendo almeno dalle province toscane. Credo che ne possano nascere opportunità interessanti, soprattutto per le piccole e medie imprese, per professionisti e artigiani”.





