Tlc, favorito chi ha già una buona rete

Gli operatori procrastinano gli investimenti per via della crisi e della regolamentazione. Il focus è sui clienti in portafoglio.

Ernst&Young ha realizzato “The power of the pipe”, un’indagine basata su 18 interviste con il top management di altrettante aziende europee e americane che operano nel settore Tlc, che ha evidenziato che gli operatori stanno rispondendo alla pressione sui prezzi realizzando economie di scala, quindi attraverso selettive aggregazioni sia in paesi maturi, sia nei mercati emergenti relativamente ai servizi mobili.

A uscire vincenti dalla competizione sono gli operatori che già hanno una buona infrastruttura, i così detti incumbent.

Alcuni commenti riportati in una nota di Ernst&Young, infatti, sottolineano che, stante la crisi, l’attenzione si è spostata dai potenziali nuovi clienti verso quelli già in portafoglio, e in questa situazione gli incumbent hanno un evidente vantaggio.

La scala e la solidità dello stato patrimoniale degli incumbent, difatti, rappresentano una garanzia, tale da far ben pensare che saranno loro creare le nuove reti sia fisse che mobili per accrescere la banda disponibile.

Ma per massimizzare il pieno valore degli investimenti in infrastruttura gli operatori dovranno continuare a investire in nuove tecnologie e sviluppare nuove competenze, specialmente nell’ambito della comprensione del cliente e la razionalizzazione delle operation.

Il mobile Internet è una realtà in crescita. Tuttavia, riporta sempre la nota del consulente, i clienti chiedono sempre più banda, ma a una tariffa flat e dimostrano maggiore dimestichezza con la tecnologia, sapendo scegliere tra alternative. Ciò implica un crescente bisogno di infrastrutture che non si traduce necessariamente in un aumento proporzionale dei ricavi.

I Ceo delle società intervistate hanno ribadito che la più grande fonte di incertezza legata ai nuovi investimenti è la regolamentazione unita ai dubbi legati alla sua evoluzione.

Per investire nelle giuste aree, quindi, gli operatori necessitano di chiarezza su temi quali la Next generation access network e l’allocazione dello spettro. La situazione vale anche per il mercato italiano, dove l’incertezza di regolamentazione sta rallentando gli investimenti generali, sia da parte dell’incumbent (Telecom Italia) che degli operatori alternativi.

Secondo lo studio, per raggiungere questa chiarezza, gli operatori dovranno intensificare il dialogo con il government.

Gli operatori concordano che devono guidare il cambiamento, non solo reagendo agli eventi: l’approfondita conoscenza dei clienti, un dialogo strutturato con i regolatori e le partnership, saranno cruciali per catturare le opportunità future.

Alla domanda relativa a quali fossero le tre priorità strategiche, i Ceo sentiti hanno messo il valore del cliente e l’innovazione prima dell’efficienza di costo.

Secondo lo studio, c’è sicuramente più valore da estrarre dalla spesa in comunicazione di individui e imprese, che oggi va verso altri fornitori.

La real-time customer analytics, ha affermato un intervistato, fa risparmiare tempo e denaro, nello sforzo di comprensione dei bisogni dei clienti. Solo una minoranza degli operatori utilizza a fondo le funzionalità analitiche in tempo reale, ma la situazione è destinata a cambiere con il tempo.

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