Tecnologia e consulenza per superare la crisi post pandemia

Le dotazioni digitali per affrontare il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, che è slittato a metà 2021, possono aiutare già da adesso, lo spiega il professor Raffaele D’Alessio.

crisi

 

Raffaele D’Alessio, Professore Ordinario di bilanci d’impresa, Università di Salerno, è tra i massimi conoscitori della tematica crisi d’impresa e un sostenitore del digitale per affrontare e vincere le crisi. Anche quelle derivate dalla pandemia.

È, infatti, un intero ecosistema finanziario, legislativo e normativo che verrà coinvolto per affrontare il disastro che il coronavirus ha causato nel mondo produttivo e imprenditoriale.

Possono i Big Data generati dal monitoraggio digitale dell’andamento produttivo indicare la via d’uscita e possibilmente di salvezza alle PMI italiane?

I Big data analytics sono uno strumento potente – dice D’Alessio -. Le possibilità circa il loro utilizzo sono le più disparate nel mondo aziendale. Solo a titolo di esempio, una possibile applicazione dei Big data per la previsione delle insolvenze aziendali è già acclarata nella letteratura scientifica, così come esiste una letteratura che li etichetta come un imprescindibile tool per la raccolta degli elementi probativi nello svolgimento di attività di revisione legale. Senza dubbio una loro utilizzazione a supporto delle decisioni sarebbe auspicabile, soprattutto all’interno delle Pmi, a patto che queste ultime rompano le catene rappresentate dalle barriere tecnologiche che purtroppo attualmente le tengono a tutt’oggi ancora lontane da questi strumenti».

Raffaele D’Alessio

Cinque skill per il data scientist

Le università, ricorda D’Alessio, in questo senso stanno facendo moltissimo creando la figura del data scientist.

«Nella nostra Università degli Studi di Salerno offriamo, nel mio dipartimento, assieme alle lauree tradizionali anche una laurea magistrale in Data Science and Innovation Management. Questo perché multidisciplinari e variegate sono le skill utili per diventare un data scientist. Io ne indicherei almeno cinque.

La programmazione: la capacità più importante di un data scientist, un’abilità che aggiunge valore alle competenze in scienza dei dati. La programmazione migliora le competenze in ambito statistico, permette di analizzare set di dati di grandi dimensioni e offre la possibilità di cimentarsi con strumenti auto prodotti.

L’analisi quantitativa: abilità importante per l’analisi di grandi set di dati. Secondo Chen l’analisi quantitativa migliora le capacità di eseguire analisi sperimentali, scalare la strategia sui dati e implementare il machine learning.

La comprensione del prodotto: comprendere i prodotti a prevedere il comportamento di un sistema, stabilire metriche e migliorare le abilità di debug.

La comunicazione: probabilmente la più importante tra le soft skill. Solo con una forte capacità di comunicazione si può pensare di sfruttare sistemicamente le altre competenze.

Il lavoro di squadra: sono dell’avviso che nei temi aziendali l’individualismo non pagherà mai. Il lavoro di squadra domanda una forte generosità, una buona dose d’ascolto per accogliere feedback e condividere con altri le proprie conoscenze”.

Per rispettare il DL e le normative sulla Crisi d’Impresa le migliaia e migliaia di Pmi coinvolte dovranno organizzarsi e dovranno dotarsi di sistemi di ERM (Enterprise Risk Management) per monitorare il proprio rischio di default, dovranno acquisire nuove competenze di risk management e dovranno dotarsi di organi di revisione e controllo. Secondo lei come e con che grado di interazione gli imprenditori potranno far fronte a questi obblighi, che oggi, anticipando la scadenza del DL, sono diventati necessità?

«Il decreto sulla crisi di impresa – dice D’Alessio – introduce numerosi obblighi per le PMI, ed estende l’obbligo di revisione legale a quelle che con una felice locuzione ebbi a definire “nano imprese”. Indubbiamente, l’attività di gestione del rischio diventerà una cruces nell’ambito dell’organizzazione aziendale e richiederà una continua attenzione da parte degli imprenditori che hanno dalla loro parte una costante esperienza sul campo e una naturale propensione ad una certa dose di rischio insita nell’attività imprenditoriale. Ritengo che per un’opportuna gestione del rischio e per fronteggiare una situazione sicuramente articolata e caratterizzata da forte conflittualità come quella che stiamo vivendo, sia opportuno ampliare i propri orizzonti, sicuramente facendo rete con gli altri, condividendo i problemi per ritrovare soluzioni comuni. Per prevedere gli effetti economici del corona virus si dovrà capire se lo shock sarà temporaneo o se la caduta nel reddito non verrà riassorbita in tempi brevi. Diversi studi stimano tra 100 e 120 mila le aziende che andranno in crisi rischiando seriamente di uscire dal mercato. L’impatto occupazionale può essere stimato tra 3 e i 3,2 milioni di lavoratori a rischio. Con queste previsioni credo di essere un buon profeta nel ritenere che prima dell’entrata in vigore del codice della Crisi e dell’insolvenza vi possano essere ulteriori interventi normativi eso-sollecitati».

Riconoscere la crisi immediatamente

Il monitoraggio dell’andamento e l’analisi degli indici sono senza dubbio primi passi verso il riconoscimento della crisi.

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, così come previsto dal legislatore, è slittato a metà dell’anno prossimo, ma l’adozione immediata degli strumenti di monitoraggio digitale può essere una opzione decisiva.

Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, ha recentemente presentato una nuovissima soluzione che digitalizza il monitoraggio degli indici di allerta, così come prescritto dalla normativa.

Il nuovo strumento digitale Genya Crisi d’Impresa si rivolge agli studi che vorranno fornire un servizio ai propri clienti per la diagnosi dello stato delle attività della propria azienda in anticipo rispetto all’entrata in vigore della normativa, ma in tempi assolutamente adeguati vista la situazione di disagio economico corrente e generalizzato causato dalla pandemia.

La soluzione di Wolters Kluwer Italia consente ai commercialisti, partendo da una situazione contabile acquisita da un qualsiasi applicativo, di ottenere automaticamente il calcolo degli indici di allerta, una ricca serie di indici di bilancio e la gestione del rating bancario, grazie all’analisi del documento della Centrale dei Rischi e Medio Credito Centrale.

Genya Crisi d’Impresa è una soluzione efficiente che consente fin da subito il monitoraggio digitale degli indici di allerta e renderà la gestione del nuovo adempimento, in vigore tra un anno, fluida e funzionale.

Oltre ai calcoli e alle previsioni automatizzate, Genya Crisi d’Impresa agevolerà l’attività consulenziale del commercialista che potrà fornire ai propri clienti, oltre al posizionamento rispetto agli indici di allerta, anche analisi di bilancio, analisi del posizionamento rispetto al rating bancario ed ulteriori analisi sull’andamento del business dell’azienda. Il commercialista potrà fornire al proprio cliente un report o l’accesso diretto alla soluzione.

 

 

 

 

 

 

 

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