Sun Microsystems sta implementando una nuova procedura di revisione interna che unita ad altre misure di contenimento dei costi porterà con tutta probabilità a una riduzione della sua forza lavoro. Come ha confermato un portavoce di Sun, …
Sun Microsystems sta implementando una nuova procedura di revisione
interna che unita ad altre misure di contenimento dei costi porterà
con tutta probabilità a una riduzione della sua forza lavoro. Come ha
confermato un portavoce di Sun, sotto il cappello del nuovo "Employee
Improvement Program" (programma per la riqualificazione del
personale) il management Sun classificherà i dipendenti della
compagnia in base alle specifiche capacità individuali. Ai
classificati nell’ultima fascia percentile (il 10% con la votazione
più bassa), verranno offerte tre possibili alternative: migliorare il
proprio rendimento; andare a occupare con successo una posizione
nuova, sempre in seno a Sun; o accettare un piano volontario di
liquidazione.
Chi sceglierà la strada dell’autopromozione avrà 90 giorni di tempo
per migliorare i propri voti. In caso di bocciatura anche in questa
sorta di esame di riparazione, l’esito sarà il licenziamento. Sun
Microsystems nega fermamente che questo processo di auditing non sia
altro che una politica di dismissione travestita. La valutazione del
personale non inizierà prima del luglio prossimo e quindi i risparmi
maturati in seguito all’eventuale riduzione del personale, non
potranno essere contabilizzati durante l’anno fiscale in corso. "Non
si tratta di un modo per rivedere la nostra forza lavoro", ha
precisato il portavoce, "ma una procedura che resterà in piedi anche
nei periodi di vacche grasse". I dirigenti non saranno esclusi dal
processo di valutazione.
C’è chi tuttavia è convinto che, combinato con le decisioni dello
scorso dicembre, l’esito del nuovo programma sarà quello di ridurre
il numero complessivo di impiegati, che oggi sono 44.200. Sun sta
applicando un piano di risparmio molto severo, controllando
rigorosamente le nuove assunzioni ed evitando di ricoprire le
posizioni rimaste vacanti in seguito a pensionamenti e dimissioni
volontarie (pari all1,5% circa per trimestre).





