VMware ha aggiornato la soluzione per la virtualizzazione in ambito Mac con decine di novità e un’attenzione particolare a Mountain Lion e Windows 8.
VMware ha rilasciato la versione 5 di Fusion, il software per la virtualizzazione su Mac. Questo aggiornamento esce a circa un anno dalla precedente release 4.1 con l’obiettivo di allineare la soluzione al panorama corrente dei sistemi operativi client e di introdurre una serie di novità, alcune delle quali indirizzate agli ambienti aziendali.
Fusion 5 supporta pienamente Mountain Lion, sfruttando le tecnologie disponibili in questo sistema operativo quali AirPlay Mirroring per la visualizzazione delle macchine virtuali sui televisori connessi a una Apple TV. Diventa quindi possibile “proiettare” Windows in salotto in maniera efficace e funzionale. Sono anche supportati il Launchpad, dove saranno visibili gli applicativi Windows presenti nelle macchine virtuali in esecuzione e il centro notifiche di Mountain Lion per i messaggi e le segnalazioni di Fusion. Il prodotto è perciò sempre più amalgamato nella trama del sistema operativo.
È previsto il supporto per una serie di tecnologie hardware introdotte sui sistemi Apple di recente generazione come USB 3, Thunderbolt e gli schermi Retina dei nuovi MacBook Pro. Per sfruttare USB 3 è necessario naturalmente il supporto da parte del sistema operativo virtualizzato, ad esempio Windows 8. Fusion è stato inoltre compilato in modo da tenere in considerazione le caratteristiche dei processori di nuova generazzione e sono state applicate parecchie ottimizzazioni. L’esecuzione delle macchine virtuali risulta quindi più veloce rispetto alla versione precedente. Gli sviluppatori di VMware hanno lavorato anche sul sottosistema grafico, ottimizzando la velocità di visualizzazione e di rendering tridimensionale. Vengono a tal proposito supportati OpenGL 2.1 e DirectX 9.0c Shader Model 3. Il miglioramento grafico non è comunque limitato al pubblico di utenti interessati a Windows. Anche coloro che hanno la necessità di usare Linux in ambiente grafico avranno incrementi grazie a un nuovo driver grafico ottimizzato per il 3D.
Anche l’efficienza energetica è stata migliorata con un impatto inferiore sulle batterie dei sistemi portatili come pure è stata migliorata la funzione di resume del sistema operativo. È possibile così riattivare Windows dallo stato di “congelamento” in tempi più rapidi.
Tutti i mondi possibili
Il supporto a Windows è ora colossale: si parte dalla versione 3.1 passando per tutte le versioni intermedie fino a Windows 8 (32 e 64 bit). L’ultimo sistema operativo client di Redmond si installa senza alcuna difficoltà partendo dal media di distribuzione ufficiale. Per questa prova è stata utilizzata la versione “Windows 8 Release Preview” disponibile pubblicamente sul sito di Microsoft. La versione finale di Windows 8 non risultava ancora disponibile al momento della stesura di questo articolo.
L’ampio supporto è stato fornito anche per il segmento server di Microsoft: l’elenco inizia con Windows NT uscito a metà degli anni ’90 fino ad arrivare a Windows Server 2012, nelle sue varie pacchettizzazioni.
Completata l’installazione di Fusion si dovranno applicare i VMware tools aggiornati in tutte le macchine virtuali presenti allo scopo di sfruttare in modo più diretto l’hardware del computer locale. I nuovi VMware tools supportano in maniera piena Windows 8.

I sistemi operativi della casa di Redmond sono probabilmente la scelta di riferimento per una percentuale consistente di utenti di Fusion che potranno godere dei benefici del Mac e utilizzare in maniera proficua il software Windows non ancora portato sulla Mela. La lista di sistemi operativi supportati è comunque vasta e contempla anche Linux, Novell Netware, Solaris, VMware ESX e Mac OS X. La scelta VMware ESX permette di importare le macchine virtuali create sul virtualizzatore di classe enterprise di VMware. È possibile ad esempio copiare su chiave USB una macchina virtuale presente in una farm aziendale e farla funzionare sul proprio Mac. Avendo a disposizione 8 Gigabyte di RAM è possibile far funzionare un dominio Microsoft, l’ambiente VirtualCenter di VMware e un paio di macchine ESXi, ricreando una configurazione enterprise. Si tratta di un’opportunità molto interessante per i sistemisti che lavorano con ambienti di virtualizzazione evoluti basati su tecnologia VMware.
Fusion permette anche di creare macchine virtuali basate su sistemi operativi client o server di Apple. Si tratta di un’opportunità utile per realizzare ambienti di test o per far funzionare un ambiente server OS X in maniera controllata e sfruttare funzionalità di snapshot.
La lista di sistemi operativi Linux supportati è anch’essa molto ricca e contempla Asianux, CentOS, Debian, Fedora Core, Mandrake, Mandriva, Novell Linux Desktop, Open SuSE, Oracle Enterprise Server, Red Hat Enterprise Linux, Red Hat Linux, Sun Java Desktop, SuSE Linux Enterprise, SuSE Linux, Turbo Linux e Ubuntu. Se non si utilizza nessuna di queste distribuzioni principali è possibile specificare che si intende creare una macchina virtuale Linux generica basata su kernel 2.4 o 2.6.
L’ampia varietà di sistemi operativi che si possono installare sul sistema di virtualizzazione di Fusion rende il Mac una delle scelte più interessanti per chi lavora con ambienti eterogenei. Nessun sistema di virtualizzazione presente su altre piattaforme permette di installare una rosa così vasta di sistemi. Per restrizioni di licenza infatti è possibile virtualizzare ambienti Mac OS X (nei limiti in cui ciò è consentito) solamente su computer Apple. Quindi solo su un Mac è possibile far girare in modo legale Linux, OS X e Windows.
Interfaccia grafica rinnovata
Fusion 5 esibisce un’interfaccia grafica rivisitata che facilita la gestione delle macchine virtuali. In fase di apertura si potrà notare la nuova libreria. Questa è composta dall’elenco delle macchine virtuali posizionata sulla parte sinistra, da un’area centrale con una miniatura della macchina virtuale selezionata e da una barra sulla parte inferiore con il dettaglio grafico dell’occupazione dello spazio disco. Interessante a tal riguardo la possibilità di valutare a colpo d’occhio l’occupazione degli snapshot rispetto all’area disco assegnata alla macchina virtuale. Questo dettaglio è utile perché molti utenti usano in maniera “spensierata” la funzionalità di snapshot occupando proporzioni elevate di spazio disco senza neppure rendersene conto.
Dalla libreria è possibile richiamare le impostazioni della macchina virtuale con tutti i dettagli di configurazione. È interessante la funzione di Condivisione attraverso cui è possibile esportare sull’ambiente Windows le entità tipiche di Mac OS X quali la scrivania e le cartelle Documenti, Download, Filmati, Musica e Immagini. Diventa molto semplice la condivisione dei dati personali tra l’ambiente reale e la macchina virtuale Windows, evitando copie multiple degli stessi elementi.
Dal pulsante Snapshot si accede a una schermata che graficamente evidenzia il flusso degli snapshot “scattati” sulla macchina virtuale selezionata. Con semplici clic del mouse è possibile cancellare gli snapshot oppure ripristinarli per riportare la macchina a uno stato precedente.
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