Storage: NetApp scrive la «regola delle tre i»

Dati intelligenti, immortali e infiniti. Parte la proposta per una Agile data infrastructure, programma a lungo termine di infrastruttura per una nuova era di data storage.

Il marketing manager di NetApp, Antonio Lupo, rileva come in due anni la sua società abbia quasi raddoppiato il fatturato mondiale, «perchè lo storage è investimento imprescindibile e noi offriamo innovazione». Come? Con la ricerca e sviluppo: «il 13,2% del fatturato, 800 milioni di dollari».

Con questa attitudine NetApp è diventata, per Idc, il secondo fornitore del mercato dello storage esterno a livello mondiale, dove il mercato nel primo trimestre dell’anno è cresciuto di 8 punti.
In Italia, dove sempre nel primo periodo dell’anno il mercato è calato di 16 punti, è terza.

In questo scenario NetApp si appresta a calare la proposta della Agile data infrastructure, che obbedisce alle tre buzz marketing “intelligent, immortal, infinite”.

Cosa vogliano dire lo spiega il direttore tecnico della società, Dario Regazzoni
(nella foto): «i clienti stanno arrivando a un inflection point della gestione dati, tanto che diventa difficile fare anche il semplice backup. Bisogna spingere di più sulla semplicità, sull’agilità. Che poi sono le stesse determinanti del cloud.
E noim che siamo fornitori di software più che di hardware, diamo un sistema operativo. Insomma, ci dimentichiamo dei dischi: è il sistema che li gestisce
».

La “regola delle tre i” significa fare le cose in modo intelligente, in modo che non manchi niente e che ci si possa muovere bene.

Per dare intelligenza, spiega Regazzoni, bisogna esporre lo storage come servizio, con storage efficiency (come si chiama adesso la deduplica), con virtual tiering basata sul caching dei dati, contrariamente allo spostamento degli stessi sui vari dischi: ció che è più utilizzato rimane in memoria, il resto va sui dischi.

Per immortalità si intende attività non stop, non disruptive, operazioni non impattanti sui servizi, storage che non si ferma mai. Dati cifrati e livelli di servizio di protezione del dato.

Infinità vuol dire scalabilità, in tutte le direzioni, verticalmente e orizzontalmente; unified architecture, cioé tutte le tecnologie disponibili sullo stesso sistema, multi tenancy.

Un modello di unificazione della struttura, insomma, del tutto simile a quello di un mainframe datacenter, che però utilizza componenti anche non Netapp: «con un’appliance le netappizzo», chiosa con un neologismo Regazzoni.

Si tratta in buona sostanza di cluster mode dello storage e lo si fa con Data Ontap 8.1.1.

Il virtual storage tiering lo si fa con il Flash pool, ossia dischi velocissimi che fanno da cache per dischi lenti e meno costosi.
E lo storage, tutto, diventa visibile in modo virtuale, anche senza uno storage fisico sotto, con Data Ontap Edge, montato su macchine virtuali.
Di fatto è un’appliance software, supportata da NetApp se gira su Vmware vSphere, ma che può essere applicata, per definizione, anche su tutti gli altri virtualizzatori.

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