Promuovendo logiche di razionalizzazione, semplificazione ed efficientamento, la Casa di Cura San Pio X ha avviato un progetto di revisione del data center. «Come struttura sanitaria trattiamo dati sensibili – spiega Averaldo Benaglia, Cio della clinic …
Promuovendo logiche di razionalizzazione, semplificazione ed efficientamento, la Casa di Cura San Pio X ha avviato un progetto di revisione del data center. «Come struttura sanitaria trattiamo dati sensibili – spiega Averaldo Benaglia, Cio della clinica -. In questo senso siamo soggetti a diverse normative che stabiliscono anche precisi criteri di protezione e disponibilità». All’inizio del 2007 la direzione Ict si è affidata al system integrator Sinergy per valutare un progetto di reingegnerizzazione basato su tre direttive fondamentali: massima sicurezza dei dati, affidabilità della conservazione e semplificazione dei processi di archiviazione.
L’infrastruttura esistente era alquanto disomogenea: le applicazioni utilizzate, essendo estremamente verticali, avevano “imposto” le piattaforme hardware. Il sistema di laboratorio, ad esempio, viaggiava su un database Oracle, il cluster per la gestione del sistema informativo ospedaliero era Informix mentre quello aziendale per il controllo della produzione era incentrato su Microsoft Sql Server. Lo storage, logicamente integrato, era fisicamente distribuito. Il data center della Casa di Cura S. Pio X poggiava, dunque, su una decina di server, con archivi residenti su ogni macchina e ognuno caratterizzato da diversi sistemi di salvataggio.
«Volevamo funzionalità e soluzioni innovative a valore aggiunto – sottolinea Benaglia -. Certo è importante che l’hardware sia robusto e affidabile, ma la nostra priorità è la massima gestibilità e disponibilità del dato attraverso una rete che in ogni momento possa essere accessibile». Dopo aver discusso varie ipotesi centrate sulla capitalizzazione dei sistemi esistenti, la salvaguardia del Tco e la migrazione modularizzata per fasi successive, Sinergy ha disegnato una soluzione che ha permesso anche di razionalizzare il data center. L’analisi, infatti, aveva rivelato un elevato grado di obsolescenza tecnologica.
La reingegnerizzazione, che non è intervenuta sui sistemi legacy in uso, si è fondata su 6 macchine rack Sun Microsystems 4100 e 4200 Amd x64 con sistema operativo Windows, mentre la parte storage poggia su una NetApp 3020 in cluster, con 8Tb di spazio; il tutto è contenuto in due armadi: uno contiene la potenza elaborativa e l’altro gli switch, lo storage e la libreria a nastro del backup.
I nuovi rack risolvono i problemi di spazio del Ced, ottimizzando i consumi e riducendo le emissioni nocive offrendo, al contempo, elevata scalabilità. Per il salvataggio dei dati, sia in locale che in armadio ignifugo, Sinergy ha creato una politica di vaulting dei dati. Grazie alla protezione completa dalla sede remota attraverso la soluzione NetBackup Symantec, lo staff Ict può avvalersi di una singola console per tutte le operazioni di backup e recupero. Funzionalità di controllo centralizzate consentono, inoltre, di impostare le risorse operative presidiando monitoraggio e controllo dei sistemi secondo le migliori logiche di efficienza e di efficacia. «Abbiamo realizzato una San in fibra ottica per i flussi mission critical – precisa Benaglia – mentre si è scelto di sfruttare la connessione IScsi, che ha velocità inferiore e costi più bassi, per i servizi di supporto meno strategici». Inoltre, il NetApp 3020 fa da Nas: mediante un protocollo Cifs (Common Internet File System) agisce lui stesso da file server, consentendo di consolidare più file server Windows individuali in un’unica soluzione, eliminando i file server aziendali.
Nel giugno del 2007, infine, è stato avviato un pilot del progetto che ha consentito di accelerare i processi di migrazione. «Mantenendo le due infrastrutture in parallelo, nell’arco di 4 o 5 mesi abbiamo concluso il progetto senza problemi – racconta Benaglia -. In pochi giorni abbiamo traghettato ogni sistema, spegnendo una macchina e accendendo l’altra».
Tra i benefici registrati, oltre a un miglior controllo dei sistemi e una più facile gestione delle politiche di sicurezza, la direzione ha rilevato un sensibile aumento dell’uptime. «Rispetto al passato, dove avevamo registrato fermi molto più critici, oggi la disponibilità dei servizi erogati è aumentata nell’ordine dell’80% – conclude Benaglia -. Tutti i dati, poi, sono messi a sistema, raggiungibili e recuperabili, sempre solidi e trasparenti. Grazie alla nuova infrastruttura, abbiamo aumentato i livelli della nostra business continuity ma anche quelli di gestione e di protezione del dato. La flessibilità del data center supporta qualsiasi evoluzione organizzativa e applicativa ottimizzando consumi e impatto ambientale».





