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Sony, le università devono investire in tecnologie digitali

A più di 18 mesi di distanza dall’inizio della pandemia, un nuovo studio commissionato da Sony Professional Displays and Solutions ha evidenziato che sono necessari maggiori investimenti nelle tecnologie digitali per supportare al meglio gli studenti nell’ambiente didattico di oggi, in classe come da casa.

Da quanto emerge dalla ricerca, le università non soddisfano le esigenze tecnologiche degli studenti europei: quasi la metà degli intervistati (49%) afferma che l’infrastruttura IT attuale fornita dagli atenei non offre un’esperienza di qualità per la didattica ibrida o a distanza. Ciononostante, soltanto un terzo dei decision maker IT delle università europee (ITDM) intervistati da Sony considera gli investimenti nelle tecnologie per la didattica a distanza una priorità assoluta.

Dai risultati del sondaggio di Sony è emerso, inoltre, che la mancanza di investimenti costringe gli studenti a ricorrere alle proprie risorse per colmare le lacune tecnologiche, con oltre tre quarti degli studenti (78%) che hanno valutato la possibilità di acquistare a proprie spese gli strumenti necessari per l’apprendimento. Più del 65% degli studenti ha affermato di aver investito fino a 578€ soltanto nell’anno scolastico in corso, un problema che ha portato a esprimere preoccupazioni in termini di disuguaglianza tra studenti, poiché alcuni possono permettersi strumenti migliori in base alla propria situazione socioeconomica.

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Guardando al futuro, una cosa è certa: la didattica ibrida e quella a distanza continueranno ad accompagnarci; i dati raccolti dalla società giapponese mostrano che oltre i tre quarti degli studenti (79%) concordano che l’esperienza universitaria sarebbe migliore se venissero investite risorse nelle tecnologie per l’apprendimento online e ibrido. Oltre un terzo degli studenti (34%) si sente isolato e disconnesso dagli altri compagni, a ulteriore conferma della necessità di agevolare e supportare la collaborazione tra studenti attraverso la tecnologia sia per la didattica a distanza che in presenza, aiutando gli studenti a sentirsi connessi tra loro.

Aziende tecnologiche come Sony hanno aiutato gli istituti accademici a convertire le proprie strutture in ambienti adatti alla didattica ibrida, offrendo agli studenti la stessa qualità di apprendimento, sia in classe sia a casa. L’ampio ventaglio di soluzioni innovative, come telecamere remote e microfoni beamforming per l’acquisizione del parlato di studenti e docenti senza disturbi né feedback, offre un’esperienza di apprendimento fluida e coinvolgente, in classe come da remoto. In aggiunta, l’uso dei display supporta una collaborazione della massima qualità e un’integrazione smart per gli studenti in presenza, mentre tecnologie di IA come Edge Analytics possono aiutare gli studenti che seguono le lezioni a distanza, estraendo appunti scritti e diagrammi da una lavagna o uno schermo, per poi mostrarli per intero.

 Mentre la vasta maggioranza dei decision maker IT nelle università di tutta Europa concorda che gli istituti devono fare di più per supportare gli studenti modificando gli ambienti didattici (92%), i dati del sondaggio evidenziano pure che le loro priorità spesso non sono allineate con quelle riportate dagli studenti. Ad esempio, oltre tre quarti (78%) degli studenti hanno affermato che la tecnologia AV, come display smart collaborativi e proiettori, sono importanti, a prescindere dalla tipologia di didattica, mentre solo il 40% dei decision maker intervistati ha affermato di voler investire in queste tecnologie nei prossimi cinque o dieci anni.

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Per quanto riguarda l’ambiente di apprendimento, secondo Sony oltre un terzo (37%) degli studenti ha affermato di preferire la didattica in presenza, a fronte del 13% appena che preferisce la modalità completamente a distanza. Tuttavia, più di un terzo degli ITDM ha indicato che la tecnologia per la didattica a distanza è la priorità assoluta al momento, con il 92% che afferma di voler investire nelle tecnologie per l’apprendimento da remoto nel corso del prossimo anno. Inoltre, tra coloro che affermano che le università potrebbero e dovrebbero fare di più per supportare gli studenti nei cambiamenti della didattica, più della metà (55%) ha affermato che le tecnologie per l’apprendimento in classe restano la priorità.

Dai dati raccolti emerge chiaramente che i decision maker e gli atenei devono investire non solo nelle soluzioni remote, ma anche nelle tecnologie chiave alla base del nuovo ambiente ibrido che supporteranno le esigenze di tutti gli studenti, a distanza come in presenza.

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