Borland rilascia Lqm, strumento per la valutazione del lavoro di sviluppo che parte dalla sua concezione
È pronto per il rilascio Lifecycle Quality Management (Lqm), una soluzione
di gestione della qualità nei progetti software che combina le funzioni
del prodotto CaliberIt di Borland e quelle provenienti da acquisizioni recenti,
come quella di Segue Software. Siamo nel campo dell’Alm (Application lifecycle
management), quindi, ma da una prospettiva predittiva.
Con Lqm, infatti, Borland intende rovesciare le abitudini di sviluppo che fanno
sì che i controlli di qualità sul software non inizino finché
non è stata impostata la fase di test. Ciò significa, in genere,
produrre tante linee di codice dopo quello che potrebbe invece essere un momento
illuminante sul destino di un progetto. Lqm, di fatto, è progettato per
tenere in considerazione e verificare tutto quanto accade da quando un’applicazione
viene idealizzata. Insomma, si tratterebbe di fare un test prima che l’applicazione
esista. Un controsenso? No, secondo Borland, che sostiene che il 60% dei difetti
di un’applicazione esiste già nei geni della stessa, ancora prima
che questa sia sviluppata a fondo.
La soluzione di Borland è fatta da quattro componenti: Gauntlet, un
sistema di prevenzione delle inefficienze (acquistato da Borland a inizio anno);
SilkCentral Test Manager (proveniente dall’acquisizione di Segue), un
sistema di gestione dei test basato su Web; un prodotto dell’integrazione
della tecnologia Segue con Caliber; gli immancabili servizi di consulenza e
formazione, sempre utili e in questo caso ancor di più, dato che si tratta
di far cambiare il paradigma comportamentale del team di sviluppo.
Anche Compuware, competitor di Borland in area sviluppo e Alm, si muove da
tempo in questa direzione, approcciando la qualità del sofware con strumenti
di test e metodologie che partono dalla fase iniziale di un progetto.





