SoftPOS e abbonamenti crescono, ma l’Italia fatica a colmare il gap dell’innovazione nei pagamenti

pagamenti digitali

Il punto vendita è oggi l’epicentro del cambiamento nel settore dei pagamenti, ma milioni di aziende continuano a operare con infrastrutture obsolete, incapaci di rispondere alle esigenze del consumatore digitale. È quanto emerge dal nuovo report di Nuek, società tecnologica di Minsait (Gruppo Indra) specializzata in infrastrutture di pagamento, che analizza come la riscossione tramite smartphone (SoftPOS) e i modelli di business basati su abbonamento stiano diventando i nuovi driver di competitività per il retail.

Lo studio, intitolato Accettazione dei pagamenti nei punti vendita al dettaglio, realizzato da Nuek in collaborazione con AFI (International Financial Analysts), si basa su oltre 5.200 interviste in Europa e America Latina. I risultati mostrano un’accelerazione nell’adozione dei pagamenti digitali in America Latina e un ritardo strutturale in Europa, dove persistono barriere tecnologiche, normative e culturali.

Pagamenti mobili: un nuovo paradigma per le PMI

In Italia, la tecnologia SoftPOS — che consente di accettare pagamenti contactless direttamente da smartphone o tablet — è ancora in fase di consolidamento. Con un tasso d’adozione del 38%, il nostro Paese resta indietro rispetto a Portogallo (oltre 50%) e Spagna (40%), superando solo il Regno Unito (30%).
Le principali resistenze derivano dalla mancanza di fiducia nella sicurezza e nella privacy dei dati (29%), dalla preferenza per metodi tradizionali come il contante (28%) e da problemi tecnici o di affidabilità del servizio (26%).

L’America Latina, invece, si conferma in testa con un 62% della popolazione bancarizzata che ha utilizzato soluzioni SoftPOS, contro il 41% europeo. Un divario che riflette la maggiore diffusione di soluzioni di pagamento mobile flessibili e la spinta delle piccole imprese verso modelli operativi più agili.

Javier Rey
Javier Rey

“Per decenni l’accettazione dei pagamenti digitali è stata limitata da un modello rigido, costoso e fisico”, spiega Javier Rey, CEO di Nuek. “Oggi la funzione del terminale è integrata nello smartphone: il commercio diventa più agile, i costi si riducono e nuove imprese possono finalmente entrare nell’economia digitale.”

Secondo il Barometro dei Pagamenti Minsait 2024, l’80% degli esperti del settore prevede una crescita significativa del SoftPOS nel breve termine, in particolare tra le piccole e medie imprese, dove la riduzione dei costi di ingresso può tradursi in maggiore competitività.

Subscription economy: la fidelizzazione passa dal pagamento ricorrente

Il report evidenzia anche l’ascesa dei modelli di pagamento in abbonamento nel commercio locale. Palestra, delivery, manutenzione o servizi digitali: la logica “subscription” non è più esclusiva delle piattaforme globali. In America Latina la penetrazione raggiunge il 58% tra i giovani 18-34 anni, mentre in Europa si ferma al 49%.

In Italia, la quota di popolazione bancarizzata che utilizza abbonamenti è inferiore al 33%, con l’addebito diretto come metodo preferito (36%). La crescita è rallentata da un contesto demografico più anziano e da un ecosistema locale meno maturo, ma le potenzialità restano ampie.
“I giovani stanno integrando nuove forme di pagamento nelle loro routine digitali quotidiane. È un’occasione per creare soluzioni pensate per loro fin dal primo contatto”, osserva Rey.

Per le imprese, l’abbonamento rappresenta una forma di fidelizzazione e redditività stabile, ma richiede piattaforme capaci di gestire flussi automatizzati e multi-metodo, ancora poco diffuse sul mercato europeo.

La globalizzazione digitale resta incompiuta

L’e-commerce continua a crescere, ma il commercio transfrontaliero incontra ancora barriere operative. In Italia, tuttavia, i dati raccontano un quadro più evoluto: il 39% delle transazioni online è internazionale, la quota più alta dopo il Portogallo, e l’87% della popolazione bancarizzata ha acquistato da rivenditori extra-UE, con un tasso di problematiche tra i più bassi (40%).

In America Latina, invece, oltre il 70% degli utenti ha incontrato difficoltà nei pagamenti internazionali, a conferma di un ecosistema ancora frammentato.
Il paradosso è che i consumatori più digitalizzati sono anche quelli che incontrano più ostacoli, segno che la globalizzazione dei pagamenti resta incompleta.

Secondo Nuek, colmare questo divario richiederà una nuova infrastruttura interoperabile, capace di armonizzare esperienze e regole tra Paesi, aprendo la strada a un sistema di pagamenti davvero universale.

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