“Simulare” le rotture con Ansys

I software di simulazione trovano applicazioni nelle aziende dove si fa ricerca e sviluppo. Anche nel vetro

Dove si fa ricerca e sviluppo c’è bisogno
di simulare. Non è un invito
all’imbroglio, stiamo parlando di
simulazione di processi, resi possibili
dagli applicativi di Ansys, azienda della
Pensylvania che ha sedi in vari Paesi
del mondo, Italia compresa. Una realtà
con un fatturato di 320 milioni di
dollari nel 2006 e un organico di 1.300
persone.
Ed è proprio sulle divisioni di
ricerca e sviluppo della aziende produttrici
che il vendor punta per le proprie
applicazioni, ambiti dove gli strumenti
di simulazione riproducono ambienti e
situazioni che provano le relative reazioni
dei prodotti e ne evidenziano gli
eventuali punti critici. Se da una parte
Ansys off re soluzioni per tutti i mercati,
l’Automotive e l’Aerospace rappresentano
i settori con più applicazioni. Seguiti
a ruota dal Chimico-farmaceutico.
Per soddisfare le richieste dei “cervelli”
dell’industria, Ansys si avvale anche di
collaborazioni con Università e centri di
ricerca (in Italia, tra gli altri, sono coinvolti
Cnr ed Enea). Riguardo al mercato
del vetro, un dato è certo: la simulazione
si fa più all’estero che in Italia. Poche le
realtà che nel nostro Paese si occupano
di progettazione e applicano la simulazione
alla produzione del vetro.
Pochi gli investimenti in ricerca e sviluppo.
In Europa, aziende come Saint
Gobain, Krones, La Manufacture du
Verre, Pilkington Technology usano gli
strumenti Ansys per la progettazione di
bottiglie, parabrezza, forni per la produzione
del vetro. In Italia è, invece, un
settore di nicchia, come afferma Carlo
Gomarasca
, amministratore delegato di
Ansys Italia.

Come si sta muovendo rispetto alle vostre
soluzioni il mercato del vetro nel nostro
Paese?

È un mercato dove le aziende più importanti
sono circa 700. Le applicazioni
che richiedono l’uso di strumenti di simulazione
sono, però, limitate a quelle
che svolgono studi di processo per prodotti
ad alto valore, come vetri per l’industria
automobilistica o materiali speciali.
Di conseguenza, il mercato potenziale
si riduce drasticamente rispetto al
numero di aziende, soprattutto in Italia,
dove la concentrazione di industrie
del vetro con attività
di ricerca e sviluppo è quasi
del tutto assente.

Quali sono i vostri obiettivi futuri
per questo mercato?

 L’esperienza maturata in questo
settore ci consente di cogliere
tutte le opportunità del mercato
del vetro, man mano che queste si
presentano e via via che l’industria
del vetro inserisce gli strumenti di
simulazione nei propri processi di ricerca
e di produzione. Così come per
gli altri mercati in cui Ansys è presente,
ci aspettiamo una crescita
a due cifre nei prossimi
anni.

 Come operate in Italia?

Operiamo da sempre in due modi: con
la presenza di una filiale e con accordi
con società che hanno una grande capacità
di tipo ingegneristico. Nella nostra
sede italiana lavorano quattordici persone,
di cui la metà ingegneri. Abbiamo,
poi, un rapporto consolidato con Engin-
Soft di Trento, con la quale collaboriamo
da anni e che ha al suo interno una
sessantina di ingegneri specializzati in
vari settori merceologici. La competenza
tecnico-scientifi ca è da sempre
il nostro plus. Nel
nostro campo ci troviamo
spesso di fronte
ad aziende che hanno
bisogno di un’analisi di
tipo ingegneristico prima
ancora di realizzare
il prodotto. Le aziende ci
chiedono “cose” che loro
stesse non hanno mai fatto.
Ciò succede quando si
deve progettare un prodotto
nuovo oppure ottimizzarne uno
esistente. Noi entriamo non solo
in fase di proposizione di una soluzione
software, ma anche nella defi –
nizione delle specifi che di progetto.
Per fare questo, abbiamo bisogno di
risorse che siano in grado di sedersi
con il cliente e trovare la soluzione
ingegneristica che faccia
al suo caso.

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