Simic per Umit, e l’It si riprende

Dalle macchine utensili e dal calciomercato qualche “modesta proposta” per rilanciare l’It

24 luglio 2003 La scorsa settimana sono stati resi noti i dati
relativi al secondo trimestre di un settore molto importante dell’economia
italiana, quello delle macchine utensili, cioè quelle che
servono per far funzionare l’industria manifatturiera.
Dati sconfortanti.

Rispetto allo stesso periodo del precedente anno, la fabbrica Italia
ha raccolto meno ordini, nella misura del 18% (si parla di
ordini perché questo è un settore che produce su commissione). Non solo, gli
ordini del mercato nazionale sono scesi del 32%, quando invece nel secondo
trimestre del 2002 erano addirittura in crescita.
Essendo questi oggetti
quelli che abilitano la produzione, possono essere intesi come segnali
proiettivi: è presumibile che anche la manifattura calerà, se
non nelle stesse percentuali, quantomeno sensibilmente.
Che fare di fronte a
un tale restringimento?
Dare la colpa ai mercati terzi, come quello cinese,
che, facendo leva su un basso costo del lavoro sottraggono quote di mercato
all’economia dell’area euro?
Se serve per sfogarsi, va bene, ma non risolve.

I produttori di macchine utensili italiane sono riuniti in un’associazione
che si chiama Ucimu.
Una sorta di confindustria ristretta.

E come tale ha un presidente, che porta un nome conosciuto,
Riello.
La calda proposta che Andrea Riello fa al sistema è
la seguente: per rilanciare la produzione proviamo a liberalizzare le
quote di ammortamento degli investimenti
.
Il che significa che
un’azienda che decide di investire in un bene produttivo, può
ammortizzarlo sugli esercizi fiscali che meglio ritiene opportuno, aiutando, con
ciò, la salute del bilancio
.
In tal modo non rinuncia a rinnovare
il proprio parco macchine, che poi è la vera fonte di salute e di competitività
dell’azienda.
La proposta di Riello potrebbe funzionare anche per il
comparto informatico
.
Perché, infatti, non stimolare un’azienda a
rinnovare il parco macchine e infrastrutturale (software compreso) dandogli
ampia libertà sul fronte degli ammortamenti?
In tal modo potrebbe
beneficiare della nuova tecnologia, e soprattutto potrebbe farlo in prima
persona, comprendendo, una volta per tutte, quanto l’It può aiutare nello
sviluppo del proprio business.
Si tratta, alla fine, di un
escamotage finanziario, è vero, ma aiuta
.
Specie in tempi in cui,
stante l’euro, non si può più far ricorso alla svalutazione monetaria per
rilanciare la capacità produttiva (e di vendita) di un’economia.
Lo dimostra
un’altra industria in crisi, quella del calcio, che da tre anni
a questa parte ha trovato nel meccanismo delle plusvalenze il
suo serbatoio di benzina supplementare.
Il meccanismo è semplice: le società
si scambiano, alla pari, due giocatori, attribuendogli un valore identico, che
iscriveranno nei propri bilanci alla voce plusvalenze, dando ossigeno ai conti.

Tra tutte le società calcistiche, Inter e Milan sono state
maestre nell’attuazione di questo meccanismo, scambiandosi Domoraud per
Brncic, Simic per Umit, Seedorf per Coco
.
In tal senso, dato che un
simile scambio comporta un apporto tecnico (paragonabile a
quello di un macchinario per la produzione) capita che le società calcistiche
possano incamerare un valore che contribuisce a raggiungere gli obiettivi di
business.
Come vincere una coppa.

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