Secondo Initiative Europe, a settembre si e verificato un brusco calo dei capitali raccolti nelle prime fasi di investimento nelle aziende high-tech. C’e pero un segnale positivo. Rispetto all’anno scorso, nel 2000 e stato, infatti, raccolto il doppio del
Il clima di euforia che si era creato intorno al fenomeno delle
startup tecnologiche in Europa si sta rapidamente sgonfiando con il
crollo di molti titoli azionari e i disavanzi fatti registrare dalle
aziende dot.com create sul continente. Si è verificato un brusco calo
dei capitali raccolti nelle prime fasi di investimento nelle aziende
high-tech, dopo il picco di 569 milioni di euro al mese raggiunto lo
scorso mese di maggio. A settembre – l’ultimo dato misurato da
Initiative Europe, una società di ricerche finanziarie – il volume
totale della raccolta riferita alla fase di avviamento ammontava ad
appena 131 milioni di euro. Nei mesi estivi è avvenuto un brusco
dietrofront, che ha riportato i flussi di capitale verso i nuovi
imprenditori ai livelli che più o meno caratterizzavano lo stesso
periodo di un anno fa. Queste cifre contrastano in modo piuttosto
netto con i volumi di investimento tecnologico in generale, che non
danno segni così negativi. Sebbene il record sia stato raggiunto lo
scorso febbraio, con circa 1,6 miliardi di dollari movimentati, il
livello degli investimenti da allora è rimasto abbastanza stabile,
tra il miliardo e 1,4 miliardi al mese. In settembre le aziende
tecnologiche europee hanno raccolto 1 miliardo di euro. Da parte di
venture capitalist e osservatori del mercato giunge tuttavia un
segnale di ottimismo sulle possibilità per l’Europa di riuscire
comunque a raddoppiare il volume di capitale privato investito
rispetto allo scorso anno. La stessa Initiative Europe ha calcolato
2,46 miliardi di euro raccolti nel complesso delle fasi di avviamento
registrate nei primi nove mesi del 2000, contro 1,12 miliardi
investiti in tutto il 1999.
