Il Consiglio dell’Unione Europea sta per esaminare una direttiva che vorrebbe estendere all’informatica le normative sulla titolarità proprie delle invenzioni.
22 aprile 2004 Torna a farsi caldo il tema della brevettabilità del
software, alla vigilia di una riunione del Consiglio dell’Ue che dovrebbe
esaminare la direttiva notevolmente ridimensionata dal Parlamento Europeo in
prima lettura.
L’orientamento dei ministri preposti parrebbe andare in
direzione opposta, rendendo brevettabile qualunque tipo di invenzione che
contenga componenti informatiche, quindi anche i programmi che le hanno
generate.
Gli oppositori rilevano che questo porterebbe a una limitazione
sostanziale nella circolazione delle idee, che diventerebbero invece “proprietà”
di chi per primo le ha elaborate.
Ci viene da chiedere cosa ne sarebbe stato
dell’informatica di oggi se Ibm, trent’anni fa, avesse potuto depositare
brevetti in libertà. Fortunatamente, comunque vada, il nuovo Parlamento Europeo
che uscirà dalle elezioni del prossimo giugno ha ancora delle armi per contrare
una direttiva che, se approvata, creerebbe grosse difficoltà soprattutto alle
nuove generazioni di programmatori.