Secondo una indagine condotta da Kpmg, gli utenti di telefoni cellulari sembrano poco propensi a pagare di più per accedere a contenuti e servizi mobile. Un assunto che mette in discussione un modello di business.
Secondo un’indagine presentata in questi giorni da Kpmg, gli utenti di
telefoni cellulari sembrano attualmente poco propensi a pagare cifre extra per
poter aver accesso ai sempre nuovi contenuti audio e video proposti dai
provider.
Una valutazione tranchant che di fatto
impone ai fornitori di servizi se non proprio una rilettura del modello di
business (cosa consigliata dalla società di consulenza) per lo meno una profonda
riflessione sul cammino intrapreso.
L’indagine è
stata condotta su un campione di 3.600 utenti in Asia, Europa e Stati uniti e ha
evidenziato come il 40% degli interpellati non è al momento disposto a pagare di
più per poter avere accesso a servizi multimediali quali video musicali, filmati
televisivi, notiziari.
I servizi multimediali,
secondo Kpmg, non devono più essere considerati come uno strumento per aumentare
il giro d’affari, bensì come leva per limitare il tasso di abbandono,
guadagnando dunque in fedeltà della base utenti.
Le motivazioni alla base della riluttanza sono diverse e concomitanti.
In primo luogo pesa evidentemente il fattore economico, ma è disincentivante anche il fatto che molti dei contenuti offerti sono comunque reperibili a titolo gratuito su Internet.





