Home Digitale Dalla security alla responsibility: la metamorfosi della sostenibilità digitale

Dalla security alla responsibility: la metamorfosi della sostenibilità digitale

Nello scenario cosiddetto data driven, la sostenibilità aziendale passa anche dalla data responsibility, con cò intendendo la gestione sana, etica e sicura dei miliardi di dati che le imprese possiedono e che possono avere un impatto significativo sulla libertà e i diritti dei singoli e delle comunità.

Recentemente Tim Cook ha parlato di Internet e delle società data driven come di “un complesso industriale” che sta sfuggendo completamente dal controllo sociale ed economico e che rischia di avere impatti inaspettati e devastanti sulle società digitalizzate, arrivando a chiedere per gli USA una legge privacy simile al GDPR.

Da questo punto di vista, gestire in modo sicuro e in ottica di aderenza ai principi della privacy i dati che le aziende posseggono, consente alle aziende di fare molto anche dal punto di vista della responsabilità sociale.

Andrea Lambiase, Dpo di Axitea

Per Andrea Lambiase, Dpo (cioè responsabile della protezione dati) di Axitea, la responsabilità sociale significa anche supporto, trasparenza e condivisione di know-how.

La massa di dati e informazioni quotidianamente trattati dalle aziende e dagli enti pubblici, la continua generazione di conoscenza e analisi che ne scaturisce può opportunamente essere messa, quando possibile e quando utile, a disposizione degli stakeholders economici e sociali che possono – a partire da questo know how – creare valore aggiunto per le comunità di appartenenza.

L’etica dei dati, l’esempio di Datakind

È il concetto di Data Ethics, di utilizzo dei dati per il bene comune, che sta cominciando a farsi largo e che già oggi vede alcune tra le più grandi multinazionali impegnate nella creazione di database condivisi con – ad esempio – informazioni utili per la gestione di un disastro naturale e la segnalazione continua di eventi potenzialmente catastrofici.

Un esempio concreto è la piattaforma DataKind, che si prefigge di usare le tecnologie più avanzate a disposizione delle aziende – Big Data analytics, Artificial Intelligence, machine learning – per migliorare lo stato delle comunità e degli individui che le compongono.

Attraverso un’analisi avanzata e accurata dei volumi di dati oggi disponibili, prendono vita progetti e iniziative di varia tipologia, accomunate dal concetto di bene comune. Gli esempi sono numerosi, distribuiti su tutto il pianeta.

Lambiase cita a mo’ di esempio due progetti abbastanza indicativi, che riguardano la città di New York, dove le immagini riprese dalle numerose telecamere di sorveglianza vengono elaborate tramite app sviluppate ad hoc per supportare iniziative specifiche: i dati relativi alla sicurezza stradale e alla viabilità permettono di indicare preventivamente a pedoni e guidatori gli eventuali rischi relativi alla zona in cui si trovano, come un alto tasso di incidenti o la ricorrenza di eventi criminosi.

Le stesse immagini però, elaborate in modo differente, possono dare indicazioni utili sulla presenza in strada di senzatetto, e correlare queste informazioni con quelle relative alla distribuzione geografica dei ricoveri nei quali potenzialmente accoglierli, soprattutto nel caso di condizioni climatiche sfavorevoli.

Un’ulteriore applicazione riguarda la siccità, piaga ricorrente in diverse aree del mondo. Un progetto specifico esiste in California e, tramite un’analisi incrociata dei consumi idrici di ogni unità abitativa e dei livelli dei depositi d’acqua, permette di prevedere il fabbisogno idrico in un determinato periodo, consentendo di prendere provvedimenti preventivi.

Data responsibility in Italia

In Italia, ammette Lambiase, la situazionqui non è altrettanto avanzata, anche se il tema Data Ethics è stato spesso trattato.

Ci sono iniziative virtuose, spiega, che in particolare coinvolgono banche e grandi aziende e sono legate a territori particolari che vedono l’applicazione di paradigmi tecnologici avanzati in ottica di corporate social responsibility.

Il tutto può e deve partire da una gestione corretta e sociale dei dati, che devono essere raccolti e protetti, come le normative vigenti impongono, ma anche messi a disposizione di chi su questi stessi dati può dare vita a progetti di condivisione ed inclusione, oltre che di supporto sociale.

Data privacy & security, sata responsibility e data sharing attraverso piattaforme aperte e funzionali alla condivisione di buone pratiche, statistiche e analisi predittive di utilità sociale: anche questo posiziona aziende e governi nel futuro della digitalizzazione.

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