
“SB Italia è nata vent’anni fa, ma la nostra trasformazione è cominciata cinque anni fa, con una visione chiara: non limitarci più a fornire tecnologia, ma diventare abilitatori strategici della digitalizzazione”. Con queste parole, Massimo Missaglia, CEO dell’azienda, ha aperto l’intervento inaugurale della conferenza stampa del 6 maggio 2025.
Dalla system integration all’innovazione process-driven, SB Italia si presenta oggi come Digital Innovation Company, come un gruppo in grado di costruire soluzioni avanzate e di gestire progetti innovativi, integrando tecnologie proprietarie, servizi e consulenza per il settore privato e la Pubblica Amministrazione.
Nel 2024, SB Italia ha raggiunto risultati superiori alle previsioni, sfiorando i 50 milioni di euro di fatturato, con una crescita del 16% dei ricavi e un incremento del 27% dell’EBITDA. A fronte di un mercato ICT italiano cresciuto del 4,1% (con i Servizi IT a +8,6% e il Software a +4,6%), l’azienda ha consolidato la propria leadership.
“Abbiamo saputo cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione digitale, mettendo il cliente al centro delle nostre soluzioni. Il 2024 non è solo un traguardo, ma un punto di partenza verso nuovi successi”, ha dichiarato Missaglia.
Questi risultati non sono frutto di congiunture favorevoli, ma della capacità dell’organizzazione di trasformare la propria strategia in valore misurabile, attraverso scelte coerenti e investimenti costanti.
Al centro del modello SB Italia c’è oggi un’organizzazione basata su Business Unit autonome, ma unite da una value proposition coerente: digitalizzare i processi aziendali con una piattaforma integrata. La mappa dei processi serviti è estesa: amministrazione, risorse umane, logistica, legale, acquisti, identità digitale, contrattualistica, gestione documentale, conservazione a norma, nota spese, fatturazione elettronica, IT service management e naturalmente intelligenza artificiale. “Non vendiamo moduli. Costruiamo ecosistemi applicativi che parlano fra loro, sono nativamente connessi ai sistemi informativi esistenti, e accelerano l’efficienza operativa”.
Nel 2024 SB Italia ha portato avanti anche un’importante politica di acquisizioni mirate, come quella di SmartEX, realtà attiva nel mondo della digitalizzazione dei processi e dell’identità digitale con oltre 50.000 utenti e un forte posizionamento nella Pubblica Amministrazione. Queste operazioni rientrano nella roadmap di espansione del gruppo, che per il 2025 prevede l’ampliamento della piattaforma AI-native proprietaria un’espansione geografica in Italia ed Europa e il potenziamento della capacità di delivery attraverso servizi BPO e low-code.
Infine, Missaglia ha ricordato come la trasformazione digitale debba andare di pari passo con la responsabilità sociale. Nel 2024 SB Italia ha ottenuto il rating Silver di EcoVadis per la sostenibilità, il rinnovo della certificazione PdR125 per la parità di gener e l’inserimento nella Top 10 ICT italiane per l’ESG
Durante l’intervento di apertura, Massimo Missaglia ha delineato con chiarezza l’obiettivo di ampliare la presenza territoriale del gruppo. Un’espansione che non si limita all’incremento commerciale, ma che punta a consolidare presidi operativi strategici, sia in Italia sia in Europa. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la presenza diretta in diverse aree chiave del territorio nazionale, con particolare riferimento a regioni a forte industrializzazione (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto), Pubblica Amministrazione centrale e locale e Strutture sanitarie regionali, con estensione delle soluzioni documentali e AI-native. La logica seguita è quella della prossimità territoriale: attivare presidi vicini ai clienti strategici, per garantire rapidità nella delivery, maggiore continuità operativa e co-progettazione delle soluzioni.
Sul fronte europeo, il CEO ha parlato espressamente di internazionalizzazione guidata dal modello SB Italia, con riferimento a mercati ad alta maturità digitale (Germania, Francia, Benelux), settori verticali specifici, come logistica, sanità e industria manifatturiera e la collaborazione con partner locali. Non quindi apertura indistinta di filiali, ma espansione modulare, che parte dai clienti italiani con sedi estere e si estende tramite servizi condivisi, BPO e piattaforme multilingua.
L’espansione geografica è strettamente collegata al rollout della piattaforma AI-Docs e del modello low-code + AI + BPO. “Vogliamo portare il nostro approccio integrato anche all’estero, mantenendo la governance in Italia ma attivando soluzioni locali adattabili ai contesti normativi e culturali”, ha sottolineato Missaglia.
AI-Docs è l’architettura per rendere l’AI operativa nei processi
Luca Rodolfi, BU Manager Artificial Intelligence & Analytics di SB Italia, ha descritto la visione tecnica e strategica dietro AI-Docs, la piattaforma proprietaria che rappresenta oggi il cuore della proposta AI dell’azienda.
Rodolfi ha subito voluto sgombrare il campo da fraintendimenti: AI-Docs non è un tool isolato, ma un framework strutturato e modulare, progettato per integrare e orchestrare tecnologie eterogenee di intelligenza artificiale.

“Abbiamo costruito qualcosa che non è solo una piattaforma. È un acceleratore per soluzioni AI, un framework connesso che mette ordine in un panorama oggi molto frammentato”. Rodolfi ha ricordato che il mondo dell’AI è dominato da componenti prodotte da attori diversi — americani, cinesi, europei — ciascuno con una logica, un formato, un’architettura. Questo ha generato un problema strutturale: le tecnologie ci sono, ma non sono immediatamente integrabili tra loro.
Nel 2025, sostiene Rodolfi, non mancano i modelli, le librerie, i servizi. Il problema vero è l’orchestrazione. “Non servono tutti i pezzi contemporaneamente, ma serve la capacità di farli dialogare. Di comporli in funzione di un obiettivo operativo, aziendale, concreto”.
È qui che entra in gioco AI-Docs, che Rodolfi presenta con una metafora sportiva: “Pensate a una gara sui 100 metri. Ecco, mentre altri devono ancora mettersi ai blocchi di partenza, noi siamo già a metà rettilineo. Partiamo da una posizione avanzata perché abbiamo già architettura, connettori e flussi pronti”.
Rodolfi ha poi spiegato come AI-Docs sia interamente progettata per contesti enterprise, con la possibilità di integrarsi in ambienti complessi senza dover smantellare l’infrastruttura esistente. ERP, CRM, sistemi documentali, data lake, ambienti legacy: tutto può essere collegato, analizzato, automatizzato. “La piattaforma è interoperabile per design. Non si limita ad analizzare un file: lo legge, lo interpreta, lo inserisce in un processo, lo fa dialogare con altre fonti. E genera azioni, non solo insight”.
I casi d’uso sono molteplici: automazione dei flussi di fatturazione, gestione delle richieste HR, interpretazione di referti medici, estrazione di dati da PEC legali o contratti, riconciliazione documentale in ambito finance.
Gli elementi distintivi di AI-Docs
Rodolfi ha infine elencato i pilastri che rendono AI-Docs diversa da altri sistemi presenti sul mercato:
- Architettura modulare: ogni componente può essere attivato, disattivato, integrato secondo necessità.
- Integrazione immediata: i connettori nativi permettono il dialogo con i sistemi informativi già esistenti.
- Personalizzazione per dominio: sanità, amministrazione, legale, acquisti, HR: ogni ambito ha i propri modelli.
- Monitoraggio e auditability: ogni decisione automatica è tracciabile e documentabile.
- Velocità di delivery: si passa dal design alla produzione in tempi ridotti, grazie a strumenti low-code e template pronti.
Due prospettive sull’AI: risparmiare e fare ciò che prima era impossibile
Nel successivo intervento, Pablo Pellegrini, BU Manager Process and Document Automation & BPO di SB Italia, ha portato il discorso sull’intelligenza artificiale dal piano della strategia a quello dell’operatività quotidiana. La sua analisi ha distinto due ordini di benefici attesi dall’adozione di tecnologie AI nei processi aziendali.

“Il primo è noto: fare le stesse cose a minor costo, ovvero rendere i processi più efficienti. Ma c’è un secondo vantaggio più evoluto: fare cose che prima non si potevano fare affatto”.
L’intelligenza artificiale, secondo Pellegrini, non serve solo a ottimizzare ciò che già esiste. Serve a spostare il perimetro delle possibilità operative. Non si tratta semplicemente di ridurre tempi e costi, ma di aumentare l’efficacia del processo stesso, arricchendolo di intelligenza, previsione, capacità adattiva. “L’automazione non è solo efficienza. È capacità di vedere ciò che prima restava nascosto”
Dai metadati all’estrazione di significato
Uno dei punti centrali è stato il confronto tra la gestione documentale tradizionale e ciò che è possibile fare oggi con l’AI. Pellegrini ha ricordato che le aziende da anni archiviano contenuti digitali — documenti, mail, allegati, report — su piattaforme come quella di SB Italia, senza però realmente utilizzarne il potenziale.
“Oggi un documento viene archiviato identificando cinque o sei informazioni, i metadati. Ma stimiamo che queste rappresentino appena il 5% del valore informativo contenuto”.
Il paragone usato è potente: “Le aziende hanno sempre avuto un pozzo di petrolio, ma non avevano la trivella per estrarlo. Ora, con l’intelligenza artificiale, finalmente possiamo perforare in profondità”.
Le applicazioni reali: dal contratto al processo decisionale
Pellegrini ha poi esemplificato scenari reali in cui la tecnologia AI-Docs entra in gioco. Uno di questi riguarda la gestione dei rischi contrattuali: se un’azienda vuole mappare l’esposizione associata a clausole penalizzanti, oggi può farlo in tempo reale, senza leggere manualmente decine o centinaia di documenti.
“Con l’AI possiamo individuare tutti i contratti che contengono una penale superiore a un certo importo, o condizioni che generano rischio. Lo facciamo estraendo informazioni da contenuti prima inaccessibili”.
Questo vale anche per i documenti in entrata: per esempio un nuovo contratto che un manager deve approvare. Leggerlo integralmente può richiedere troppo tempo. L’AI, invece, può identificare le 10 informazioni chiave richieste: valore, durata, clausole critiche, scadenze, responsabilità. E può farlo in pochi secondi.
La tecnologia che abilita la governance
Oltre al vantaggio di velocizzare i processi, Pellegrini ha sottolineato che l’uso dell’AI per l’estrazione documentale ha anche un valore di controllo e governance: permette ai manager di prendere decisioni basate su dati oggettivi, riduce il rischio operativo, incrementa la trasparenza. “Non si tratta solo di automatizzare la cattura di un dato. Si tratta di rendere ogni contenuto un asset utile per decidere. Di integrare l’intelligenza nel flusso operativo, senza interruzioni”.
Il tutto avviene all’interno della piattaforma documentale di SB Italia, che da anni gestisce processi mission-critical in ambito PA, sanità, industria e servizi, ora potenziata con la componente AI.
Una AI che non è una black box
SB Italia è tra le prime aziende in Italia ad aver ottenuto la certificazione ISO/IEC 42001 per la sua piattaforma AI-Docs. Questo riconoscimento attesta l’impegno dell’azienda nel garantire un uso etico, trasparente e conforme dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali. Luca Rodolfi ha sottolineato l’importanza di questa certificazione: “Non ci si può permettere di usare AI che non sia spiegabile, tracciabile, osservabile. Con questa certificazione, diciamo ai clienti che i nostri algoritmi non sono una black box, ma strumenti verificabili e affidabili”.
L’implementazione dello standard ha comportato per SB Italia la definizione di politiche aziendali specifiche per l’AI, l’assegnazione di ruoli e responsabilità chiare, la conduzione di valutazioni d’impatto e la messa in atto di processi di monitoraggio e miglioramento continuo.
ISO/IEC 42001:2023 – Il primo standard internazionale per la gestione dell’intelligenza artificiale
Pubblicato nel dicembre 2023, ISO/IEC 42001:2023 è il primo standard internazionale che definisce un Sistema di Gestione per l’Intelligenza Artificiale (AIMS). Sviluppato dal comitato congiunto ISO/IEC JTC 1/SC 42, questo standard fornisce linee guida per le organizzazioni che sviluppano, forniscono o utilizzano sistemi basati sull’AI, al fine di garantire un uso responsabile e conforme alle normative vigenti.
L’adozione dello standard ISO/IEC 42001 offre numerosi vantaggi:
- Gestione dei rischi: Identifica e mitiga i rischi associati all’uso dell’AI, come bias algoritmici o violazioni della privacy.
- Conformità normativa: Supporta il rispetto delle leggi e regolamenti in materia di AI, come il Regolamento Europeo sull’AI (AI Act).
- Trasparenza e responsabilità: Promuove la tracciabilità delle decisioni automatizzate e la responsabilità nell’uso dell’AI.
- Fiducia degli stakeholder: Aumenta la fiducia di clienti, partner e autorità regolatorie nei confronti dei sistemi AI implementati.
- Miglioramento continuo: Favorisce l’ottimizzazione costante dei processi e delle tecnologie AI utilizzate.










