Un report di Byte e Switch Insider stima che i dischi Serial Ata e Serial attached Scsi conviveranno in un singolo box già a partire dall’inizio del prossimo anno.
24 giugno 2004
Sata e Sas sullo stesso box. Questo è lo scenario dei data center prossimo futuro.
A sostenerlo è l’autorevole Byte and Switch Insider, in un report pubblicato di recente.
Sata (Serial Ata, Advanced technology attachment) è la tecnologia utilizzata come alternativa storage mid range, per completare gli ambienti che già prevedono l’impiego di dischi Fibre Channel e di drive a nastro.
Secondo lo studio, i drive Sas (Serial attached Scsi) inizieranno a essere utilizzati sugli stessi dispositivi già a partire dal prossimo anno.
Ma qual è lo scopo di questa convivenza? Utilizzando entrambe le tecnologie sugli stessi sistemi le aziende potranno migrare i dati dai dischi Sas ai più economici Sata nel momento in cui si rendono conto che avranno necessità di richiamarli con minor frequenza.
Di fatto, Fibre Channel verrà utilizzato per lo storage primario (online) mentre Sata e Sas saranno impiegate nello storage nearline o nell’archiviazione su nastro.
Quando il Sas sarà generalmente disponibile, si collocherà tra il Fibre Channel e il Sata, esattamente come fa oggi lo Scsi.
I drive Fibre Channel e Sata al momento occupano differenti spazi all’interno delle enclosure dei sistemi ma in futuro, grazie ai nuovi chip converter che saranno inseriti nei drive Sata, i dischi di entrambe le tecnologie potranno coesistere sullo stesso drawer.
I sistemi attuali utilizzano un protocollo di bridging che permette ai controller Fibre Channel-to-Fibre Channel di comunicare coi controller Fibre Channel-to-Sata. I drive Sas, quindi, non lavorano su controller Sata, così negli ambienti che mixano Sas e Sata la connettività verrà garantita attraverso un’infrastruttura Sas universale.
I sistemi misti, ovviamente, sono più costosi dei semplici ambienti Sata, ma sono in grado di soddisfare le esigenze degli storage administrator che intendono implementare una soluzione di Data lifecycle management, spostando i dati richiamati con minor frequenza su dispositivi meno costosi.





