La rivoluzione nella gestione dati è a portata di mano

gestione dati

Associare Oracle alla definizione di database, e quindi al concetto stesso di gestione dati, è un esercizio piuttosto usuale e semplice:  la società americana si è distinta fin dalla fine degli anni 70 in questa tecnologia, centrale per lo sviluppo del business mondiale.

Oracle si è presto resa conto che, per abilitare appieno i propri clienti e per liberare il potenziale del database, era necessario riflettere accuratamente anche sull’hardware su cui il software sarebbe stato eseguito e fruito.

Sulla scorta di questa considerazione, nel 2008 nacque la prima versione di Exadata, piattaforma di elaborazione dati basata su hardware Hp. L’idea vincente di un layer dedicato alla capacità elaborativa, a propria volta al completo servizio del database, ha permesso un salto prestazionale immediato nella gestione dei dati. La naturale conseguenza, per Oracle, è stato il costante sviluppo di Exadata.

Quando Larry Ellison, Ceo e fondatore di Oracle, nel 2010 annunciò l’acquisizione di Sun microsystems per 7,4 miliardi di dollari molti pensarono che volesse farne uno spezzatino tecnologico. In realtà Ellison – da “visionario” della tecnologia quale è sempre stato – aveva capito con largo anticipo l’importanza di creare un legame simbiotico fra i layer hardware (storage, network e computazionale), il software e il database.
Una strategia innovativa nella gestione dati, quasi avveniristica che ha portato Oracle a raggiungere vette di prestazioni e affidabilità così elevate da diventare uno standard de facto nel mercato.

Filippo Fabbri, Cloud Systems Country Leader di Oracle Italia

Non si tratta di affermazioni prive di sostanza: infatti Filippo Fabbri, Cloud Systems Country Leader di Oracle Italia ha ricordato con orgoglio che ben il 97% delle organizzazioni presenti nella Fortune 100 si affida ad Oracle e ai suoi database.

E il modo più produttivo ed efficiente per sfruttare i database Oracle è proprio quello di affidarsi ai sistemi ingegnerizzati hardware e software sviluppati per questo scopo: le “macchine intelligenti” Exadata – che non per niente sono state ribattezzate le “database machine” per eccellenza. L’analista di mercato Idc, in un suo recente whitepaper sull’ultima versione, Exadata X8M, ne spiega le ragioni, con una disamina approfondita.

La database machine Exadata X8M: scarica il documento di Idc

Il manager italiano ha sottolineato anche che la percezione di Oracle come fornitore “premium” è corretta, quando questa definizione viene applicata alla qualità di progetti, prodotti e supporto.

Tuttavia, è importante non commettere l’errore di considerare il prezzo di acquisto di una soluzione Oracle come l’unico parametro nella valutazione del peso economico.

Tanto Fabbri quanto Riccardo Iommi, Cloud Systems Solution Engineering Manager di Oracle Italia (ovvero il responsabile della pre-vendita “tecnica”), pongono l’accento su un indicatore essenziale quando si tratta di considerare un investimento: il Total Cost of Ownership, ovvero il costo totale di possesso e gestione. Il TCO, infatti, va ben oltre la spesa iniziale sostenuta: viene presa in considerazione la durata nel tempo della soluzione scelta, la manutenzione necessaria e, fattore fondamentale, la produttività finale offerta.

Riccardo Iommi, Cloud Systems Solution Engineering Manager di Oracle Italia

Oracle è consapevole del proprio ruolo di innovatore della gestione dati e da tempo ha smesso di limitarsi a seguire le richieste del mercato: sarebbe per la società americana fin troppo facile limitarsi ad aggiornare periodicamente le proprie soluzioni introducendo gli sviluppi resi disponibili dalle evoluzioni tecnologiche.

La filosofia che guida le scelte di Oracle è più coraggiosa: essere un vero e proprio faro del settore, anticipando le esigenze di partner e clienti anche attraverso lo sfruttamento avanzato di intelligenza artificiale e machine learning.

Proprio queste due tecnologie sono oggi una parte essenziale di Oracle Exadata X8M, abilitate dalla potenza di Intel Optane DC persistent memory modules. La scelta di utilizzare la tecnologia di Intel si rivela particolarmente indovinata: prestazioni paragonabili a quelle delle RAM di sistema, ma con una quantità di molto superiore e con persistenza del dato in memoria, caratteristica che ovviamente le RAM non hanno.

Riccardo Iommi ha inoltre posto l’indice su un fattore essenziale: l’importanza del dato. Exadata X8M sarebbe un esercizio di stile tecnologico, se non permettesse ai decisori di ottenere accesso rapido e qualitativo ai dati necessari. Avere a disposizione intelligenza artificiale e machine learning ai vertici del mercato permette ad Oracle di chiudere il cerchio.

Le prestazioni di Exadata X8M abilitano l’accesso preciso e puntale ai dati, già elaborati dall’intelligenza artificiale. I decision maker potranno basarsi su di essi per reagire in tempi rapidi alle specifiche esigenze: un fattore chiave per le organizzazioni in ogni situazione e ancor di più in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo nel 2020.

L’altissima tecnologia messa in campo da Oracle non implica un pari livello di difficoltà di implementazione e gestione, anzi le semplifica, come tutti i processi di automazione intelligente, guidati da intelligenza artificiale e machine learning (ne è un altro esempio l’Autonomous Database, che oggi è possibile far girare, oltre che su cloud pubblico, proprio su Exadata Cloud at Customer, che potremmo definire la versione on-premise del cloud pubblico di Oracle: gestito da Oracle, ma nel datacenter del cliente).

Infatti, la semplificazione tecnologica per la società è un mantra innegabile: in Oracle è ben presente la consapevolezza che sia impossibile richiedere continui reskilling alle aziende clienti e allo staff IT.

Lo sviluppo di Exadata è dunque sempre stato “customer oriented”, e i feedback costanti ottenuti da partner e clienti forniscono prezioso materiale su cui gli sviluppatori e ingegneri di Oracle hanno ampiamente dimostrato di saper lavorare.

Ecco perchè, come conclude Idc nel whitepaper, il modo più produttivo ed efficiente (anche dal lato dei costi) per sfruttare i database Oracle – in cloud o nel proprio datacenter – è proprio quello di affidarsi ai sistemi ingegnerizzati Exadata X8M, disponibili sia in versione on-premise sia come servizio cloud (Exadata Cloud Service X8M), o addirittura in una versione “ibrida” tra i due, con l’offerta unica di Oracle, Exadata Cloud at Customer.

Tutte le possibilità di Exadata X8M: scarica il documento

 

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