In maggioranza hanno tra i 31 e i 45 anni e lavorano in aziende di medio-grandi dimensioni
Rispetto alle scorse edizioni dell’indagine, il panel appare maggiormente polarizzato sul comparto Ict in cui, infatti, opera il 51,1% dei rispondenti. Si tratta di aziende con un business diversificato, che non si esaurisce in un’unica attività principale ma che tocca molteplici ambiti, a dimostrazione dei confini sempre più labili tra i diversi segmenti del comparto Ict. In particolare, le attività maggiormente rappresentate sono l’erogazione di servizi It professionali e, soprattutto, consulenza e system integration, lo sviluppo software, la gestione di infrastrutture di Tlc e Internet, nonché rivendita commerciale di prodotti It ed elettronici.
Le risorse appartenenti ad altri ambiti industriali, slegati dal contesto Ict, rappresentano comunque una percentuale rilevante del campione, pari al 48,9%, con una particolare presenza di industria e distribuzione, intesa sia come commercio al dettaglio che come Gdo.
Da un punto di vista dimensionale, il campione lavora in maggioranza (quasi il 44%) in imprese di medio-grandi dimensioni, ovvero con un numero di addetti compreso tra 50 e 999. Ben rappresentate appaiono anche le fasce estreme: il 23% circa svolge la sua attività in società con meno di 15 addetti, il 13% con più di 2.000.
Sono le aziende del comparto Ict a essere caratterizzate da dimensioni mediamente inferiori (poco meno del 52% opera entro i 50 addetti, il 33,1% scende sotto i 15) mentre quelle di altri settori si distinguono per un organico più elevato.
Da un punto di vista economico-finanziario, le rilevazioni conducono a risultati analoghi, ovvero le aziende del comparto Ict sono caratterizzate da ricavi mediamente inferiori.
Volendo tratteggiare una sorta di carta d’identità dei partecipanti all’indagine, si è verificata una diminuzione piuttosto significativa della quota delle donne (scesa al 10,5% rispetto al 14,1% dello scorso anno) rappresentata, tuttavia, da risorse giovani (con un’età media di 36,6 anni) e pregiate. Infatti, la percentuale che detiene un diploma di laurea (da quella breve fino al master post universitario) è pari al 56,8% e risulta significativamente superiore alla quota di uomini con un uguale percorso di studi (42%). L’assunzione di risorse femminili è, quindi, un fenomeno piuttosto recente e ancora elitario e riguarda in prevalenza risorse con competenze certificate e, per questo motivo, è governata, più che per gli uomini, da meccanismi meritocratici. Analogamente alle scorse edizioni, però, le caratteristiche delle risorse femminili non sembrano essere ancora pienamente riconosciute. Infatti, le donne continuano a essere scarsamente impiegate nelle aree di
direzione/gestione, mentre trovano più frequentemente collocazione nel marketing/commerciale e consulenza, ambiti tradizionalmente più ricettivi nei confronti del gentil sesso.
L’età
Il panel attuale è costituito in maggioranza (55,7%) da risorse comprese tra i 31 e i 45 anni, per una media complessiva pari a 40,2 anni, assolutamente allineata a quella della scorsa edizione, a testimonianza della maturità del mercato. Le risorse con competenze Ict hanno, infatti, un’età in crescita rispetto al passato, sia perché aumenta il periodo di permanenza in azienda o nel ruolo sia perché le assunzioni, in assenza di adeguati stimoli provenienti dal mercato, procedono a un ritmo contenuto. Ciò è testimoniato anche dall’assenza di giovani con meno di vent’anni.
Sono le donne ad avere un’età mediamente inferiore (36,6 anni contro i 40,7 degli uomini). Il fatto che l’assunzione al femminile sia un fenomeno relativamente recente è evidenziato anche della mancanza di over 60.
Le risorse non ancora trentenni trovano più frequentemente impiego in aree commerciali (con un focus anche su marketing e comunicazione) e in aree tecniche, quali manutenzione e assistenza (soprattutto per quelle con meno di 25 anni); sistemi, reti e sicurezza, nonché sviluppo e programmazione (principalmente chi è tra i 26 e i 30).
Coerentemente con quanto rilevato nelle scorse edizioni, i più giovani iniziano, quindi, la loro esperienza lavorativa a partire da quelle aree in cui, in genere, non è richiesto un titolo di studio di livello elevato, oppure da quelle che rappresentano un background fondamentale per affrontare nel futuro ruoli di maggior responsabilità.
In ambito consulenza, una percentuale piuttosto significativa non è ancora trentenne, anche se nella maggioranza dei casi il ruolo viene ricoperto da risorse con più di 56 anni.
La direzione e gestione costituisce, invece, appannaggio pressoché esclusivo di chi ha oltre 40 anni e, in particolare, della fascia tra i 46 e i 55.
Tra le figure con un’età media superiore compaiono (oltre al docente/formatore che, per definizione, è caratterizzato da un’anzianità significativa) tutti i C-level, ovvero Cfo, Cio, Cto e, più in generale, i ruoli di maggiore responsabilità: commerciale, marketing, organizzazione e Hr, Edp. Quest’ultimo, ha un’età media inferiore rispetto a quella del Chief information officer: 42,1 anni contro 44,7. Ciò non stupisce per una duplice ragione. Il ruolo di It manager, in molti casi, caratterizza aziende di piccole-medie dimensioni di recente avvio dove le risorse sono, quindi, più giovani; inoltre, non raramente, tale figura dipende da quella del Cio e svolge in prevalenza incarichi di tipo operativo.





