Ripensare l’It in ottica virtualizzazione

Aldo Rimondo, nuovo country manager di Critrix Italia Qual è l’idea di innovazione che Citrix sta rincorrendo? Lo chiediamo ad Aldo Rimondo, country manager della società in Italia: «Il core business di Citrix è l’application delivery legato al disacco …

Aldo Rimondo, nuovo country manager di Critrix Italia

Qual è l’idea di innovazione che Citrix sta rincorrendo? Lo chiediamo ad Aldo Rimondo, country manager della società in Italia: «Il core business di Citrix è l’application delivery legato al disaccoppiamento tra la parte fisica e quella logica dell’applicazione. In quest’area continuiamo ad aggiungere delle nuove feature, nell’obiettivo di rendere le nostre soluzioni sempre più efficaci nel risolvere i problemi, mentre dal punto di vista strategico stiamo indirizzando il discorso della virtualizzazione delle applicazioni. Il significativo cambiamento avviato negli ultimi tempi nasce dalla maggior attenzione da parte delle aziende verso questo fronte. Di virtualizzazione si parla tantissimo, e va anche detto che ci sono diversi aspetti a essa legata, in particolare sul fronte hardware e nel contesto della server consolidation: noi siamo complementari a questo aspetto, in quanto ci posizioniamo sul fronte software. In quest’area c’è molto fermento, in quanto le aziende stanno pensando alla loro infrastruttura nell’ottica della virtualizzaione, quindi il nostro obiettivo è quello di essere visti come un player di riferimento che li può aiutare in questa evoluzione».

Quali sono le problematiche maggiori legate al concetto di application delivery e di virtualizzazione?

«Le problematiche sono varie – risponde il manager – perché quando un’azienda ha come obiettivo quello di garantire l’accesso a tutti gli utenti di qualunque applicazione in modo remoto, inizia ad avere problemi di sicurezza e di prestazioni. Poi ci sono altri problemi più legati all’It manager che deve controllare che cosa avviene a livello periferico e quindi all’utente remoto. E, infatti, l’altra direzione strategica su cui siamo impegnati è quella di proporre ai clienti non solo la nostra offerta storica ma anche fornire soluzioni nelle varie componenti, relative alla sicurezza e al fatto di garantire prestazioni in ambiente remoto e disaccoppiato equivalenti a chi ha un pc a propria disposizione».

La nuova offerta si basa su appliance software, mentre l’altro fatto innovativo è che la società offre anche dispositivi hardware, frutto di acquisizioni fatte di recente, che sono il più possibile trasparenti rispetto all’infrastruttura, con il vantaggio di essere anche meno costosi.

Ma quando si va a toccare l’infrastruttura e si accede per via remota alle applicazioni, bisogna risolvere anche il problema della sicurezza e delle prestazioni.

«Per quanto ci riguarda, – prosegue Rimondo – la sicurezza viene gestita con dei prodotti specifici che vengono messi all’interno della catena, tra il server e i desktop, poi c’è un’altra appliance che si occupa del discorso dell’accelerazione e in tutta questa visione strategica, il beneficio essenziale, perseguito da Citrix, e peraltro richiesto dai clienti, è quello di ridurre i costi, non solo di acquisizione ma anche, e soprattutto, di gestione dell’intera architettura, perché sono notevoli i benefici che si ottengono da un’architettura consolidata, sia dal punto di vista hardware che software. Inoltre, il fatto di poter accedere all’applicazione da qualunque tipologia di terminale, consente di essere molto flessibili rispetto agli utenti remoti, che sono percentualmente in crescita in tutto il mondo e in certi settori più di altri. Peraltro devo sottolineare che noi siamo focalizzati sulla virtualizzazione da almeno dieci anni, anche se allora veniva chiamata in maniera diversa, ma il concetto di separare il punto in cui viene eseguita l’applicazione rispetto al punto in cui si ha l’accesso risale a tantissimo tempo».

Sul fronte della virtualizzazione, che cosa manca oggi? «Dal nostro punto di vista – conclude il country manager – e anche da quello di altri fornitori, in realtà manca a volte la conoscenza e a volte il coraggio, in quanto la virtualizzazione è un cambiamento di approccio, è un ripensamento dell’infrastruttura, per cui tanto più un’azienda fa una scelta di questo tipo, tanto più deve pensare a una revisione strategica, perché continuare a mantenere le applicazioni precedenti ha costi molto alti».

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