Ricerca ed estero. Così vince l’impresa

L’indagine del Centro studi di Confindustria rileva il dinamismo delle piccole aziende

Il successo di un’impresa passa per ricerca e internazionalizzazione. E’ il verdetto del Centro studi di Confindustria, che ha esaminato 25 mila casi di aziende industriali e di servizi alla produzione, secondo il quale la tendenza si ritrova spesso nelle aziende sopra i cinquanta dipendenti ma in alcune aree più avanzate la soglia scende fino ai 15-25 addetti. E anche le micro unità non sono del tutto estranee a questo processo di innovazione continua e di ricerca di nuovi mercati.

Secondo il Csc il modello di specializzazione italiana è rimasto concentrato sui settori tradizionali e a partire dagli anni Duemila la perdita o il guadagno di competitività sono da attribuire a caratteristiche di specifica produttività dell’azienda piuttosto che alla specializzazione produttiva. Questo significa che ciò che inciso non è stato il comparto produttivo di appartenenza ma le singole scelte aziendali. E il mercato tende a premiare le aziende con una maggiore produttività che di solito tende ad aumentare nelle imprese della fascia tra i 50 e i 99 addetti.

La ricerca e sviluppo è più diffusa tra le grandi, ma si riscontra un dinamismo di poco inferiore già per le categorie di aziende tra i 16 e i 99 dipendenti. Ma anche tra le micro imprese si può trovare una percentuale attorno al 10% di aziende che fanno investimenti e attività innovative, una quota che raddoppia già a partire dai 10 addetti. Nella pattuglia delle imprese innovatrici quasi la metà ritiene centrale l’attività di ricerca e sviluppo, il 18% si adegua alle trasformazioni che accadono nel proprio settore, l’11% utilizza la spesa in ricerca e sviluppo per consolidare le proprie quote di mercato.

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