Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni dei principali player dello storage per capire come si stanno muovendo sul mercato e su quali fronti stanno investendo
Dell
Dell ha adottato anche per lo storage il modello build-to-order e dispone di un’offerta per ciascuno dei tre settori principali dello storage ossia Das, Nas e San.
L’offerta storage che genera più fatturato in Dell è la San, grazie anche all’acquisizione nel febbraio 2008 di Equal Logic, una società che aveva una San particolarmente all’avanguardia, che utilizzava la connettività i-Scsi e che era dotata di funzionalità software di ottimizzazione. «L’i-Scsi è il futuro delle reti San – dichiara Ugo Morero, Brand manager enterprise di Dell – perché premette di utilizzare componenti, come le schede di rete e gli switch, della linea Ethernet, che sono molto più economici di quelli specifici per il fiber channel». Per i collegamenti in fibra, l’offerta per il mercato Smb è proprietaria Dell, mentre per il mercato large account entra in gioco la partnership con Emc e vengono offerte le unità Clariion Ax4 e Cx4 marchiate Dell.
L’offerta Nas di Dell copre l’intero spettro del mercato. Partendo dal basso, per le piccole imprese, per applicazioni di file sharing, sono a listino unità che sono in pratica dei server dotati di dischi e del sistema operativo Microsoft Windows Storage Server, e che possono essere messi in rete per costituire una Nas fino a 4 Terabyte di capacità. A essi si può collegare un’appliance dedicata per il backup, dotata di software di Symantec.
«Il fatto di aver adottato un sistema operativo di storage dotato di funzioni di virtualizzazione – spiega Morero – fornisce una grande rapidità di aggiornamento alla nostra offerta». Per le utenze medie, Dell ha a catalogo un’offerta chiamata “testa di Nas”, ossia un front end dotato di Microsoft Windows Storage Server a cui fanno capo le Nas che possono essere costituite da varie tipologie di storage.
Infine, ai large account, per soluzioni di Unified Storage con high availability, Dell offre Nx4 che non è altro che la linea Celerra di Emc che Dell può distribuire grazie allo specifico rapporto di partnership. L’unità è multiprotocollo ma trova il suo impiego ottimale nelle reti i-Scsi che sono molto più economiche del fiber channel. «Il sistema hardware e software è quello di Emc – ammette Morero – ma il cliente Dell ha convenienza ad acquistarlo da noi perché solo noi possiamo offrire un supporto integrato che copre ogni componente della soluzione, dal server al database».
Emc
«Il principale vantaggio competitivo di Emc è l’innovazione – sottolinea Maurizio Paci, senior marketing manager Emea -. Infatti, è stata la prima azienda a introdurre la replica locale e remota dei dati, la de-duplicazione e il virtual provisioning. Più recentemente abbiamo introdotto tecnologie disco flash, di cui oggi offriamo la seconda generazione, ottimizzata da una tecnologia chiamata Fast (Fully Automated Storage Tiering) che permette di spostare a caldo i dati delle applicazioni tra un livello di memoria flash a uno con prestazioni inferiori, il tutto basato su policies utente o su algoritmi intelligenti». Oggi l’offerta storage di Emc va dalle soluzioni end user con i prodotti iOmega a quella tradizionale high end con il prodotto Symmetrix. Ampio anche il ventaglio tecnologico con soluzioni che sono in grado di collegarsi a qualsiasi rete aziendale (Ip, San o iScsi) e che possono ospitare diverse tecnologie disco di vario prezzo. «Vi sono altri due livelli di eterogeneità da considerare – ricorda Paci -. ».
Un’altra esigenza sempre più sentita è quella della sicurezza: «All’interno dell’infrastruttura Emc il singolo dato può avere un livello di servizio dedicato che lo “metta in sicurezza” – precisa Paci -. Questi livelli dipendono dal dato in sé e dal suo ciclo di vita. La politica di gestione della sicurezza trova il suo sbocco nella strategia di backup, dalla gestione del salvataggio su disco, alla gestione delle copie e delle loro versioni, alla deduplicazione attraverso l’integrazione con la tecnologia di Emc Avamar in grado di ridurre fino a 50 volte i requisiti di storage. Il tutto integrato con Emc Data Protection Advisor, una soluzione software personalizzabile capace di fornire le funzionalità di monitoring, reporting, analisi e generazione di avvisi al fine di ottimizzare l’intero ambiente di backup e ripristino aziendale». Di recente Emc ha annuncio la Virtual Matrix Architecture che permette la scalabilità orizzontale e verticale dello storage, virtual provisioning, automazione dei livelli di servizio e dello spazio disco correlato oltre a integrazione con ambienti virtuali.
Hp
«Oggi più che mai le aziende hanno compreso il valore aggiunto di disporre di soluzioni storage all’avanguardia per competere nel difficile contesto economico e porre le basi per uscire dalla crisi, più forti e competitive» dichiara Marco Spoldi, Business development manager StorageWorks division, Hp Italiana e Chairman Snia Europe. Come sottolinea il manager, Hp sviluppa e commercializza prodotti in grado di soddisfare le architetture di sistemi a nastro e a disco, con un’offerta diversificata. In particolare le soluzioni Hp StorageWorks possono rispondere alle esigenze di varie tipologie di clienti, dal segmento dipartimentale, che utilizza una architettura Nas, ai sistemi per piccole e medie imprese in architettura Das, San e Nas, fino ad arrivare ai sistemi enterprise, che possono usufruire di un’unica interfaccia che garantisca un livello di servizio unico.
«Grazie alla scalabilità dell’architettura, all’utilizzo delle capacità di virtualizzazione e all’allocazione di un numero indefinito di drive su qualsiasi server, le aziende possono già oggi disporre di soluzioni storage assolutamente innovative e integrate rispetto al passato – prosegue Spoldi -. Ma non ci fermiamo qui: Hp sta lavorando per ridefinire il futuro dello storage attraverso un’offerta che permetta ai clienti di far confluire, in un unico pool di archiviazione condiviso, la capacità di archiviazione dei dispositivi di qualunque vendor e in qualunque nodo della rete. Inoltre, sta trasformando la propria offerta, proponendo più livelli di storage su una piattaforma standard. Infine la proposta di piattaforme integrate di storage, server, software, networking e servizi come Hp BladeSystem Matrix (Matrix) è un ulteriore sviluppo già presente sul mercato, per offrire un’interfaccia e una gestione completamente unificata, ottimizzando risorse ed energia».
Com’è politica aziendale consolidata, anche nel caso dello storage i partner sono fondamentali nel processo di delivery delle soluzioni e da sempre rappresentano per Hp il punto di incontro con il mercato.
Ibm
Malgrado la crisi, lo storage cresce perché non cessa la crescita di dati e informazioni. Così fotografa lo stato del mercato Sergio Resch, Systems Storage Platform advocate di Ibm Italia: «Le aziende hanno una forte esigenza di razionalizzare i loro archivi, di semplificarne la gestione riducendo i costi e noi vendor dobbiamo proporre nuove tecnologie ma che siano in linea con queste tendenze di base del mercato».
Naturalmente, prosegue Resch «è diverso trattare con un large account o con una Pmi, territorio quest’ultimo assegnato al canale. Nell’ultimo periodo abbiamo fatto alcuni annunci che hanno permesso di offrire anche alle Pmi tecnologie prima riservate ai clienti maggiori, come il sistema a dischi XIV, frutto dell’acquisizione dell’omonima società avvenuta a fine 2007. Si tratta di uno storage che è particolarmente facile perché si autoconfigura e si autogestisce. Il secondo annuncio è una appliance chiamata ProtecTier, con funzionalità di deduplicazione e di repository, anch’essa frutto di una acquisizione, quella di Diligent Technologies avvenuto nell’aprile 2008. Risponde in particolare alle esigenze di coloro che hanno problemi di backup per eccesso di dati non necessari. Infine sul fronte delle San, abbiamo annunciato San Volume Controller, un prodotto di virtualizzazione che, una volta installato, virtualizza in modo semplice tutto lo storage che trova collegato, ottimizzando al contempo la rete e semplificando l’utilizzo della tecnologia San». Un altro settore che da anni è una peculiarità di Ibm è la crittografia hardware integrata allo storage. Annunciata un paio d’anni fa sui nastri di fascia alta, oggi è disponibile anche sui dischi: «In pratica si tratta del matrimonio di storage e sicurezza, un modo per portare la sicurezza all’interno dello storage rendendola trasparente».
Tra le aree di ricerca ci sono i dischi allo stato solido, ma la posizione di Ibm è ancora attendista, anche se dispone di un’offerta articolata: «Le potenzialità dei dischi allo stato solido sono molto grandi – commenta Resch – perché promettono consumi ridotti, silenziosità, elevata velocità di accesso e affidabilità superiore a quella degli hard disk. Però i costi sono ancora molto elevati perché queste memorie, di classe enterprise, costano al Gbyte dalle 15 alle 20 volte i dischi tradizionali, mentre riteniamo che il costo a Gbyte dovrebbe essere maggiore di non più di 3-5 volte».
Ibm sta anche lavorando sui suoi middleware per fare in modo che possano utilizzare al meglio i dischi solid state dove disponibili. In prospettiva queste memorie potrebbero trovare collocazione a fianco delle Ram per permettere elaborazioni tutte in memoria senza operazioni di input/output.
In un futuro più prossimo Ibm vede lo sviluppo dei dispositivi Ethernet che ha rimesso a catalogo (di tecnologia Brocade): «Già oggi su reti Ethernet è possibile realizzare la convergenza voce, dati, immagini e si stanno diffondendo apparecchiature, ad esempio di videosorveglianza o semplicemente i telefoni Ip, che si basano sullo standard power over Ethernet, in cui cioè la rete oltre al segnale Ip trasporta anche la corrente. Nei prossimi mesi cominceranno a diffondersi le reti extended Ethernet, con velocità di 10 Gbit/sec, basato su uno standard chiamato “Fiber Channel over-Extended ethernet” che permetterà la trasmissione loss-less, ossia senza perdita di frame, cosa che è sempre stato il tallone di Achille di Ethernet».
Novità anche nel settore dei servizi storage: «In questo caso le novità provengono da acquisizioni: Softek ci ha portato in dote un tool di data mobility che dà la possibilità di spostare dati da un server a un altro a caldo. Novus invece ci ha fornito un tool di analisi dell’infrastruttura storage per verificare se le procedure applicate sono allineate agli standard aziendali e per evidenziare i costi in modo dettagliato. Infine l’acquisizione di Arsenal ha migliorato la nostra capacità di offerta di servizi di storage-on-demand».





