Rfid avanti tutta

Il decreto che liberalizza le frequenze per gli utilizzi industriali dell’identificazione in radiofrequenza spalanca le porte del mercato italiano

L’identificazione in radiofrequenza (Rfid) corre veloce. L’utilizzo di questa tecnologia dovrebbe crescere sensibilmente nei prossimi anni in Europa, e in Italia in particolare, specie dopo l’approvazione del decreto con il quale il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha liberalizzato le fasce di frequenze Uhf (si veda in proposito il box). L’hardware e il software legati alle applicazioni Rfid, secondo Gartner Dataquest, dovrebbero riprendere a crescere a un tasso medio annuo del 37% da qui al 2011, quando il giro d’affari mondiale raggiungerà i 3,4 miliardi di dollari (si veda grafico). Decisamente più rosee le stime di IdTechEx: passando ai soli tag, infatti, nel 2006 secondo l’analista si è superato il miliardo di etichette Rfid vendute a livello mondiale (1,022 miliardi, per la precisione), per un controvalore stimato di quasi 1,5 miliardi di dollari. Una crescita decisa (+42%) rispetto al 2005, con l’Italia che, per parte sua, nel 2006 ha sfondato il muro dei 100 milioni di euro in valore. Il numero cumulativo di tag Rfid venduti nel mondo, dal momento in cui l’identificazione in radiofrequenza si è affacciata sul mercato sino alla fine del 2006, ha raggiunto i 3,75 miliardi di pezzi, il 19% dei quali venduti nel 2005 e il 27% nel 2006. Lo scorso anno, a livello mondiale, gli ambiti a maggior tasso di utilizzo dei tag sono stati le smart card, la logistica e il ticketing. In Italia il mercato è trainato dalle applicazioni di gestione della supply chain, identificazione personale e ticketing.

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