Reti sociali in azienda: Gartner raccomanda cautela

Prima di decidere se implementare un prodotto di social networking in azienda, è opportuno valutare l’effettiva necessità e l’effettiva strategicità della soluzione.

Facebook l’ha annunciato la scorsa settimana: darà in licenza la propria piattaforma di sviluppo ad altre aziende interessate ad utilizzarla. Pochi giorni prima LinkedIn aveva reso noto il lancio di una iniziativa simile, per incoraggiare iniziative di sviluppo e integrazione sulla propria piattaforma. E nell’aria c’è sempre la OpenSocial Initiative che Google avrebbe pronta nel cassetto.

L’idea, alla base di questo fermento è quella di coinvolgere le imprese perché integrino gli strumenti del social networking nella loro quotidianità operativa.

Idea interessante, che tuttavia trova Gartner piuttosto ostile. Secondo la società di ricerca, prima di decidere se adottare soluzioni per le reti sociali, anche sviluppate specificamente per il mondo delle imprese, le aziende dovrebbero misurare attentamente i rischi e i benefici.

Non si tratta di valutazioni sulla qualità dei prodotti, in genere tutti piuttosto solidi e abbastanza affidabili in termini di sicurezza e funzionalità, quanto sull’opportunità.

Tre i rischi reali identificati da Gartner: il desiderio degli utenti di proteggere ciò che ritengono una “proprietà intellettuale personale”; la necessità di mantenere ugualmente le reti professionali esterne; la relativa immaturità del concetto di rete sociale negli ambienti di lavoro.

Il fenomeno, secondo Gartner, non è ancora sufficientemente maturo per rappresentare un requisito critico e non è detto che l’esempio di altre tecnologie come l’Instant Messaging e VoIP, che inizialmente si sono diffuse sulle reti pubbliche per essere poi adottate negli ambienti aziendali, valga anche nel caso delle reti sociali.

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