Reti: la banda larga è nelle imprese. A rilento il WiMax

Nelle medie e grandi imprese (oltre i 50 addetti) il mercato della banda larga è saturo, mentre c’è spazio nelle piccole aziende (con tre o più persone), dove siamo al 75% di diffusione. I dati dell’ultimo rapporto Between, pubblicato sul sito dell’Agc …

Nelle medie e grandi imprese (oltre i 50 addetti) il mercato della banda larga è saturo, mentre c’è spazio nelle piccole aziende (con tre o più persone), dove siamo al 75% di diffusione. I dati dell’ultimo rapporto Between, pubblicato sul sito dell’Agcom, Authority delle garanzie nelle comunicazioni, assegna alle piccolissime imprese (1-2 addetti), un livello di penetrazione della banda larga lievemente superiore al 35%, paragonabile al mercato residenziale, del quale segue spesso logiche e vincoli di adozione.

Anche il livello dei prezzi ha seguito sostanzialmente la discesa riscontrata sul mercato consumer. Su quello business, la crescente integrazione tra servizi di fonia e dati (inclusa la connettività Internet) comporta, inoltre, un’ulteriore leva per il contenimento dei costi dei servizi di telecomunicazione integrati e ne favorisce lo sviluppo.

Di fatto, l’estensione attuale delle infrastrutture in fibra ottica, il livello di copertura raggiunto con l’Ull (Unbundling del local loop, ossia la liberalizzazione dell’ultimo miglio) e l’utilizzo delle offerte wholesale ha consentito di sviluppare una competizione efficiente sulla clientela business multisede, come dimostra in particolare l’esito delle gare della Pubblica amministrazione dove Telecom Italia si è aggiudicata solamente il quarto lotto (in ordine decrescente di importanza) del Sistema pubblico di connettività.
A fronte di una progressiva saturazione del mercato di base (connettività Internet), lo sviluppo della banda larga sul mercato business appare sempre più condizionato dalla capacità dell’offerta di proporre soluzioni Ict integrate che utilizzeranno i collegamenti a banda larga come componente abilitante.
In campo wireless, secondo l’Osservatorio WiMax di Anfov, l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, la tecnologia senza fili, che nei paesi in via di sviluppo è utilizzata al posto della normale rete fissa, mentre in Occidente serve per applicazioni di tipo nomadico, in Europa alla fine del primo trimestre di quest’anno registrava un’equa divisione degli utenti fra residenziali e business.

Il paese con il maggior numero di utenti è la Spagna, con 113.531 (68.000 dei quali business) seguito dall’Irlanda con 62.000 (34.000 business) e dalla Danimarca con 23.000 la maggior parte dei quali residenziali. Un mercato ancora in fase embrionale, quindi, caratterizzato da un lento sviluppo tecnologico con un aspetto tutto da verificare come quello della interoperabilità delle reti dei vari operatori. Secondo il rapporto Anfov, la tecnologia senza fili trova come ostacoli lungo il percorso la diffusione delle tecnologie wired come xDsl e fibra, l’atteggiamento degli operatori mobili, che vedono il WiMax come competitivo e non complementare, lo sviluppo delle tecnologie wireless/mobile di ultima generazione e la bassa penetrazione del mercato dovuta a un portafoglio servizi che ha ancora un costo alto se confrontato con l’Adsl.

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