È stato presentato il primo Osservatorio Information Security Management redatto da School of Management del Politecnico e Cefriel. L’indagine fotografa lo scenario italiano della protezione Ict in azienda attraverso lo studio di 30 casi utente e le in …
È stato presentato il primo Osservatorio Information Security Management redatto da School of Management del Politecnico e Cefriel. L’indagine fotografa lo scenario italiano della protezione Ict in azienda attraverso lo studio di 30 casi utente e le interviste compiute su un panel di 300 Cio di realtà medie e grandi. Il dato più significativo è rappresentato dal 78% di manager che dichiara di avere dedicato una funzione specifica alla sicurezza It all’interno del dipartimento Ict. Per il 53% delle aziende, chi guida la sicurezza riporta direttamente al Cio, mentre nel 25% dei casi il responsabile dell’unità è un secondo riporto, in quanto la sicurezza Ict si trova all’interno di un altro team della funzione informatica. «Se si analizza – esordisce Paolo Maccarrone, responsabile scientifico dell’Osservatorio – il peso che la funzione Ict Security ha sull’organizzazione, si nota che nel 41% dei casi questa è composta di una persona impiegata a tempo pieno, nel 30% impegna da 2 a 5 persone e nell’11% una o due persone a tempo parziale oppure, nelle realtà corporate, da 6 a 10 persone». Oltre la metà degli intervistati dichiara di avere un budget specifico dedicato alla sicurezza Ict. Laddove esiste uno stanziamento ad hoc, nel 57% dei casi il valore è compreso tra l’1 e il 5% dell’investimento Ict totale, mentre per il 19% del campione oscilla tra il 5 e il 10%. Solo nel 12% dei casi supera il 10% del budget informatico. «Nei progetti in corso – conclude – prevalgono gli investimenti in gestione di identità, accessi e firewall, citati nel 19% dei casi. A seguire, l’aggiornamento software, con una quota del 10%. In quelli futuri, invece, predomina la disaster recovery, secondo il 16% degli intervistati. A seguire, la gestione di identità e accessi e il rafforzamento dell’infrastruttura server e client, citati nel 12% dei casi».





