A Boschi di Puianello è partito un progetto pilota
L’Emilia è una delle regioni italiane più attente alla tematica della banda larga e del digital divide, nella convinzione che l’accesso alle tecnologie dell’informazione sia oggi un elemento chiave per lo sviluppo. Il territorio già dispone di una moderna infrastruttura di rete in fibra ottica che collega i principali comuni, frutto di un investimento della Pubblica amministrazione di oltre 130 milioni di euro. Agactel, operatore di tlc di Enìa, municipalizzata di Reggio, Parma e Piacenza, unitamente al comune di Quattro Castella e Net&Work, azienda di Correggio specializzata nella realizzazione di servizi Internet, hanno avviato un progetto pilota per offrire l’accesso Internet alle comunità sino ad oggi non raggiunte dalle reti commerciali private dei grandi provider.
La zona scelta per il progetto è Boschi di Puianello, un’area residenziale immersa nel verde in una zona collinare. Invece del tradizionale approccio su rame per l’ultimo miglio, è stata creata una rete di accesso in tecnologia wireless mesh.
Sono stati installati nove access point, che hanno permesso di illuminare in Wi-Fi un’area di circa due chilometri quadrati, fornendo connettività a Internet a 2 Mbit/s agli abitanti della zona. Dopo qualche mese di sperimentazione, con una quindicina di utenti, ora il servizio viene commercializzato al costo di circa 30 euro/mese.
Spiega Carlo Gozzi responsabile Net&Work, che nel progetto ha anche il ruolo di provider: «La zona di Puianello ha caratteristiche piuttosto complesse, dal punto di vista della trasmissione radio, ma l’abbiamo scelta apposta per il test, perché l’idea è di replicare questo modello in altre aree e volevamo capire il funzionamento della tecnologia nelle condizioni peggiori. Il paese si trova, infatti, lontano da infrastrutture cablate, in un’area molto verde e in zona collinare. Fra quelle valutate, la soluzione più interessante, dal punto di vista delle prestazioni e della sicurezza, è risultata quella mesh di Nortel». Fra le caratteristiche vincenti, secondo Gozzi, c’è appunto la capacità di adattarsi a geometrie complesse e la scalabilità, che consente di ampliare la zona coperta semplicemente aggiungendo un apparato, senza necessità di riconfigurare la rete. A ciò si aggiunge la possibilità di appendere gli access point ai pali della pubblica illuminazione, a 3/400 metri di distanza uno dall’altro, senza deturpare il paesaggio con la posa di nuovi pali.
Tutti i dati viaggiano in modalità criptata. Per collegare la rete mesh con il punto più vicino della rete in fibra ottica a 100 Mbps, sono stati realizzati due ponti radio da 1,5 km l’uno, in tecnologia Hiperlan.
La gestione della rete viene effettuata da remoto, in modo centralizzato, da Net&Work, a più di 35 km di distanza. «Ciò consente anche di contenere i costi – afferma Gozzi – perché con un solo sistema si possono prendere in carico fino a 95 access point, anche posizionati in cittadine diverse».
L’iniziativa ha riscosso grande interesse e soddisfazione da parte dei primi clienti, che già chiedono velocità superiori e la possibilità di avere anche un servizio voce, cosa che è resa possibile dalla tecnologia. La soluzione supporta bene anche il roaming. «Abbiamo provato a fare una videochiamata con Skype andando in macchina a 50 Km all’ora senza perdere la chiamata. Il sistema centralizzato di gestione, infatti, attiva una sorta di preallerta sugli access point, che sono già pronti a prendersi carico del segnale», conclude Gozzi.





