Red Hat: le aziende italiane sono pronte all’adozione diffusa dell’AI

Red Hat

Red Hat ha annunciato i risultati di una nuovo sondaggio che evidenzia quanto l’intelligenza artificiale sia rilevante nelle strategie IT delle organizzazioni italiane. I risultati rivelano che le organizzazioni del nostro Paese prevedono di aumentare gli investimenti in AI in media del 35% entro il 2026.

Nel dettaglio: quasi un quarto degli intervistati (24%) prevede di aumentare gli investimenti del 51-75%, mentre il 42% prevedono aumenti del 21-50%. Un terzo (33%), invece, prevede di aumentare gli investimenti solo tra il 5 e il 20%. Nessuno degli intervistati prevede un aumento degli investimenti superiori al 75% o sotto il 5%, ma l’1% riferisce di non prevedere nessun aumento.

Alla domanda sulla strategia IT della propria organizzazione per i prossimi 18 mesi, l’AI occupa il terzo posto per gli intervistati italiani, con il 41%3 delle risposte, immediatamente dietro sovranità (45%3) e ottimizzazione di costi (43%).

Tuttavia, l’86% delle realtà intervistate riferisce di non aver ancora generato valore per i clienti dai propri investimenti in AI.

Agli intervistati è stato chiesto di selezionare la fase che meglio si addice alla loro organizzazione:

  • Il 6% degli intervistati in Italia si trova nella fase 1: creare consapevolezza sull’AI.
  • Il 22% degli intervistati in Italia si trova nella fase 2: preparazione all’AI.
  • Il 32% degli intervistati in Italia si trova nella fase 3: esplorazione dei casi d’uso dell’AI.
  • Il 26% degli intervistati in Italia si trova nella fase 4: massimizzare l’investimento nell’AI.
  • Il 14% degli intervistati in Italia si trova nella fase 5: generare valore per i clienti.
  • Il 12% degli intervistati ha risposto che spera di generare valore per i clienti entro cinque anni.

Per superare queste sfide e contribuire a trasformare le ambizioni in realtà, sottolinea Red Hat, le organizzazioni italiane stanno adottando l’open source in tutte le aree della strategia IT. Il sondaggio mostra che il software open source aziendale è considerato importante per la strategia AI dal 70% degli intervistati, un dato di poco inferiore rispetto agli ambiti di sicurezza (77%), cloud ibrido e multi-cloud (76%) e sovranità (73%).

La priorità principale per gli intervistati italiani è il riallineamento della strategia cloud per l’AI (56%), seguita dall’ottimizzazione dei costi (55%) e dalla necessità di garantire una strategia AI trasparente e aperta (52%). Seguono a ruota sovranità dell’AI (51%) e sicurezza (50%).

Mantenere e sviluppare i talenti giusti rimane una sfida, mette in evidenza Red Hat, con le competenze personali e umane indicate come l’aspetto più urgente da affrontare per il 49% degli intervistati italiani, seguite da competenze di sicurezza (43%), strategiche e di business (41%). Le competenze in materia di intelligenza artificiale seguono da vicino, con il 40%. In questo specifico ambito, la priorità principale per i leader IT e AI italiani è rappresentata dall’educazione del business all’uso dell’AI e dal collegamento dell’AI ai dati aziendali, entrambe con il 55%, seguite dall’utilizzo efficiente delle funzionalità dell’AI (40%).

Red HatLa totalità degli intervistati italiani riscontra barriere all’adozione dell’AI, legate in particolare alla mancanza di un chiaro valore aziendale o ROI (31%), alla disponibilità di infrastruttura o risorse insufficienti (31%) e alla persistenza di un netto isolamento tra dipartimenti di intelligenza artificiale e dipartimenti IT (29%).

Inoltre, il 93% degli intervistati riferisce di riscontrare un problema di “shadow AI”: ovvero, di uso non autorizzato di strumenti di AI da parte dei dipendenti.

La fiducia nel potenziale dell’Italia sullo scenario mondiale dell’AI – prosegue l’analisi di Red Hat – è relativamente alta: il 76% degli intervistati concorda sul fatto che il nostro Paese ne sia già una potenza globale o abbia il potenziale per diventarlo entro tre anni. Si tratta però di un dato inferiore rispetto a molte altre nazioni europee, tra cui spiccano la Spagna con il 99%, seguita da Svezia, Germania e Paesi Bassi, con il 98%. Tra i motivi principali che limitano l’ascesa dell’Italia alla preminenza dell’AI, gli intervistati citano l’assenza di giuste politiche e strategie governative (50%), la mancanza di finanziamenti pubblici sufficienti (48%) e una generale carenza di talenti (42%).

Il cloud continua a occupare un posto di rilievo nelle priorità IT, con l’AI che aggiunge complessità e carichi di lavoro che necessitano di essere allineati alle strategie cloud in evoluzione. Le barriere all’adozione del cloud persistono: tra queste, gli intervistati indicano silos interni (41%), resistenza dei dipendenti al cambiamento (40%) e scarsa chiarezza del ROI (38%).

Approfondendo il tema della sovranità del cloud per i prossimi 18 mesi, gli intervistati italiani stanno dando priorità alla trasparenza e verificabilità (58%), alla sicurezza della supply chain del software (57%) e alla continuità di servizio e supporto (47%).

 “I risultati del sondaggio di quest’anno in Italia mostrano il divario ancora esistente tra ambizione e realtà. Le aziende stanno investendo in modo sostanziale nell’intelligenza artificiale, ma solo poche stanno attualmente generando valore per i propri clienti. Nel passaggio dalla sperimentazione alla produzione sostenibile, le competenze di business e l’integrazione con i sistemi aziendali devono essere chiare e definite per poter effettivamente spianare la strada al raggiungimento di valore dall’AI”, spiega Rodolfo Falcone, Country Manager Italia, Red Hat. “Se la ‘shadow AI’ pone rischi di fughe di dati e mancata conformità, indica però anche che i dipendenti sono desiderosi di innovare: guardando a come usano l’AI, i leader aziendali possono capire dove servono nuove funzionalità o maggiore educazione sulle capacità esistenti. L’utilizzo di software open source e gli standard comuni rappresentano un punto di forza per incrementare la collaborazione e la condivisione delle migliori pratiche e favorire maggiore flessibilità. L’open source continuerà quindi a rivestire un ruolo di primo piano per rendere gli investimenti in AI e cloud ibrido più efficienti e sostenibili.”

Le organizzazioni desiderano un maggiore controllo operativo e resilienza IT per adattarsi ad un mondo in costante rivoluzione. I risultati del sondaggio, così come le conversazioni quotidiane con i nostri clienti, mettono la sovranità al primo posto sia per la strategia cloud delle aziende che per le opportunità emergenti nell’ambito dell’intelligenza artificiale”, aggiunge Hans Roth, Senior Vice President & General Manager EMEA, Red Hat. “L’open source è centrale in questo cambiamento in quanto fornisce alle aziende la trasparenza e la flessibilità per innovare rapidamente senza compromessi. Red Hat aiuta le aziende a mantenere la libertà di scelta su dove conservare i propri dati, su come gestire la propria infrastruttura e con chi collaborare. La sovranità e la resilienza derivano dagli ecosistemi, non dai silos. La missione di Red Hat è quella di abilitare qualsiasi modello, qualsiasi acceleratore e qualsiasi cloud, ponendo la fiducia al centro. ”

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome