Cosa succede se Google mette i piedi in casa Microsoft?
Immaginate cosa accadrebbe se una casa automobilistica coreana intendesse
aprire uno stabilimento a Torino.
O se una delle poche rimaste banche
di interesse nazionale volesse impiantare il proprio centro direzionale a Siena.
Troverebbero campo aperto?
Una cosa simile in America è successa: a
Seattle, laddove regna Bill Gates, Google ha aperto una sede.
Non un
ufficetto: una vera e propria sede operativa e di sviluppo. E assume alla
grande.
La stampa locale, laicamente, si pone la questione, nei
dibattiti aperti coi lettori, se è conveniente andare a lavorare per Google,
sfiorando appena il tema della meritevolezza.
Abbiamo contattato
l’editor tecnologico del Seattle Times, Kim Peterson (che, fatte le rispettose
proporzioni, è un po’ come sentire l’esperto di diritto canonico
dell’Osservatore Romano) per capire la portata del tema.
Peterson ci ha
detto, con la seraficità tipica del “pacific northwest born and raised”
che la questione è sul tavolo, ma semplicemente, come una torta di paese fresca
di forno: Google assume e velocemente, quindi che si fa?
Si è insediata a
Kirkland, amena località di fronte al lago Washington e divisa da Redmond solo
dalla provinciale 520 e ha già 150 effettivi.
Ma ne vuole di più, tanto
che fa paginate sui quotidiani, come quello di Peterson, per la ricerca di
personale. E i seattlers ci vanno e diventano googlers.
Magari anche sull’onda emozionale imitativa di cervelli che risalgono la
costa occidentale, come Justin Uberti, che sviluppò l’instant messaging di
Aol.
Anche lui ora è a Kirkland.
Tornando ai nostri esempi e
lasciando stare mamma Fiat, alla quale magari i torinesi avrebbero
qualcosa da dire, ma babbo Monte non crediamo consentirebbe una tale
apertura al peggior nemico sul proprio territorio.
Che se vogliamo è un
altro dei motivi del perché la flessibilità del lavoro in Italia è ancora
spuria: funziona solo per l’uscita dei lavoratori dalle aziende, e non in
entrata.
E a proposito di Microsoft e di Mps: in settimana Steve
Ballmer, il ceo di Redmond è venuto in Italia e ha testimoniato la scelta
tecnologica della banca senese.
Scelta d’avanguardia, positiva. Le note
ufficiali dicevano che lo ha fatto alla sede di Roma della banca.
La sede
del Monte è a Siena, in piazza Salimbeni, più o meno dal 1472. Quella di Roma la
riteniamo un efficiente diversivo.
Si sa, noi non siamo flessibili.





